A 75 anni dal bombardamento di Roma, che devastò il quartiere San Lorenzo, il 19 luglio 1943, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scrive al presidente dell’Associazione nazionale vittime civili di guerra Giuseppe Castronovo, per ricordare quell’evento «che così tante vite spezzò in quel 19 luglio di 75 anni fa» e che «è iscritto a caratteri indelebili nella nostra storia nazionale e nella vita della città e ancora oggi costituisce un simbolo delle sofferenze recate dalla guerra».

La democrazia, scrive il Capo dello Stato, «ha portato decenni di pace, anche perché è riuscita a poggiare le proprie basi sulle fondamenta della costruzione europea. Quell’Europa, le cui divisioni furono all’origine della catastrofe bellica, è divenuta pur nella sua incompiutezza vettore di convivenza, di sviluppo economico, di crescita civile». Dagli anni del conflitto, «nelle nostre coscienze – prosegue – resta un monito, dal quale non può che scaturire un impegno condiviso. Mai più guerre. Mai più dittature e regimi liberticidi che innescano inesorabilmente conflitti, violenze, sopraffazioni. Il percorso di liberazione compiuto dal popolo italiano – prosegue Mattarella – è stato pagato con un alto prezzo di sangue e di dolore. Ma ci ha consegnato valori universali e perenni, che le generazioni più anziane hanno il dovere di trasmettere ai più giovani».

Per il presidente della Repubblica, l’Italia in quegli anni «ha avuto il suo secondo Risorgimento, che ha preso forma nella Costituzione repubblicana e nei principi democratici radicati sui diritti inviolabili dell’uomo. Per giungere a questo storico traguardo – conclude -, il Paese ha toccato con mano quanto sia essenziale l’unità del suo popolo, resa possibile dalla consapevolezza del bene comune».

19 luglio 2018