Benedetto XVI, la commozione del “suo” popolo

La seconda giornata dell’omaggio alla salma del Papa emerito nella basilica di San Pietro. Le testimonianze dei pellegrini arrivati da ogni parte d’Italia

Alle 6.30 di questa mattina, 3 gennaio, era ancora buio ma un discreto numero di persone animava già via Ottaviano diretto a San Pietro. Per il secondo giorno di omaggio e preghiera dei fedeli a Papa Benedetto XVII, la basilica è stata aperta alle 7. «Siamo arrivati alle 6 e c’erano già alcune persone in fila», raccontano addetti della sicurezza in servizio al varco di via di Porta Cavalleggeri. Il flusso dei pellegrini è continuo ma scorrevole.

«Siamo venuti a Roma per le vacanze di Natale», dice Maria che con la famiglia vive in Friuli Venezia Giulia. La figlia Simona studia nella Capitale e già da tempo avevano organizzato le feste “romane”. «Saremmo comunque venuti a San Pietro -prosegue – per ammirare il presepe allestito in piazza che quest’anno viene dalla Carnia, dove viviamo, ma Papa Benedetto è stato un grande pastore e alla notizia della sua morte abbiamo provato grande tristezza e dolore. Ora andiamo prima a salutarlo e a pregarlo perché dal Paradiso interceda per la nostra famiglia».

All’uscita della basilica Silvia confessa che non avrebbe «mai immaginato di commuoversi tanto». Quando Joseph Ratzinger è stato eletto al soglio pontificio, lei aveva 23 anni e «onestamente» non ha seguito molto il suo pontificato. «Ero rimasta dell’idea del Papa severo – dice -. Di fatto l’ho conosciuto in questi giorni. Ho seguito tanti servizi in tv e ho scoperto le cose meravigliose che ha fatto e la ricchezza che ci ha lasciato». Residente a Firenze, ieri pomeriggio si è «sentita in obbligo di mettersi in viaggio per venire a rendere omaggio al Papa emerito».

Sveglia all’alba per Mirko e Antonella, romani, che davanti al feretro collocato ai piedi dell’altare della confessione hanno provato «grande emozione per la scomparsa di un eccellente professore che con verità e semplicità ha trasmesso la fede». Gianluca di Roma ha accompagnato il figlio Luca di 12 anni. «È stato proprio lui a chiedermi di venire», dice l’uomo. Il bambino ha seguito le cronache di questi giorni in televisione e dice di aver capito «che è stato un bravo Papa».

Don Diego Ongaro, della diocesi di Bergamo, è con 55 ragazzi. Sono arrivati a Roma ieri, un viaggio organizzato per partecipare, domani mattina, all’udienza di Papa Francesco. «Oggi – dice – abbiamo voluto iniziare la giornata con l’omaggio al Papa emerito. Il suo pontificato è stato all’insegna della tenerezza e della delicatezza e sono gli stessi sentimenti che si provano guardando la salma. L’ho conosciuto e ricordo i suoi occhi dolci. Mi ha lasciato il gusto dell’aggiornamento, della lettura, della formazione sia dal punto di vista liturgico sia da quello culturale».

Per Giacomo, del gruppo giovani della diocesi di Bergamo, rendere omaggio a Papa Ratzinger «è segno di gratitudine e riconoscenza perché ha speso la vita per il Signore. Ha avuto il coraggio di apportare grandi cambiamenti e là dove non ci è riuscito ha avuto il coraggio di lasciare». Stefano, siciliano, è rientrato a Roma, dove lavora, ieri pomeriggio. «Stamattina prendo servizio alle 10 quindi sono voluto venire prima a fare una preghiera». Adriano, leccese, in questi giorni ha «rivissuto mentalmente la Giornata Mondiale della gioventù di Madrid. Avevo 19 anni ma ricordo perfettamente quando ci chiese di edificare la nostra vita su Cristo. Porterò per sempre i suoi insegnamenti nel cuor».

Altro luogo visitato in questi giorni dai fedeli è “La cantina tirolese” di via Giovanni Vitelleschi, frequentata dall’allora cardinale Ratzinger a partire dalla fine degli anni ’80. All’ingresso c’è una parete che funge da “rassegna stampa” con gli articoli sull’elezione di Papa Benedetto e all’interno il tavolo numero 4 dove sedeva quando era in compagnia. La maggior parte delle volte, però «veniva da solo – racconta Mario Notari che con la famiglia Macher gestisce il ristorante -. Non dimenticherò mai la sua tenerezza e discrezione. Cenava qui un paio di volte al mese perché qui trovava gli odori e i sapori di casa». In omaggio al Papa, Mario alla mezzanotte del nuovo anno ha chiesto ai clienti un minuto di silenzio. «È stato un momento molto commovente. Lo abbiamo salutato con un lungo applauso».

Alle 10,30 la fila è lunga nella navata della basilica vaticana. Nel serpentone ci sono fedeli di tutte le età: bambini piccoli in braccio ai genitori e adolescenti accanto ai nonni. In tanti hanno in mano un rosario che sgranano lungo il percorso. Giunti davanti alla salma si ha solo il tempo di un veloce segno di croce. C’è chi si inginocchia per un istante, chi manda un bacio, chi prova a fare una fotografia. «No stop. Avanti», incalza il servizio d’onore se ci si attarda. Inginocchiati ai lati della salma, oltre all’arcivescovo Georg Gänswein, ci sono alcuni cardinali e vescovi. Anche il primo ministro dell’Ungheria Viktor Mihály Orbán, accompagnato dalla moglie Anikó Lévai, ha reso omaggio al Papa emerito.

3 gennaio 2023