Coronavirus, negli ospedali cattolici del Bangladesh i ventilatori donati da Francesco

La Santa Sede ne ha inviati tre in tutto il Paese, per sostenere la lotta al Covid-19. Dal St. John Vianney Hospital parla il direttore esecutivo: «È una benedizione»

Padre Kamal Corraya è il direttore esecutivo del St. John Vianney Hospital di Tejgaon a Dhaka, in Bangladesh. Uno degli ospedali cattolici nei quali si curano i malati di coronavirus con i ventilatori donati da Papa Francesco. Il pontefice, racconta all’Agenzia Fides, ne ha inviato uno «per il reparto di terapia intensiva. È una benedizione per noi. Sarà molto utile per assistere i pazienti affetti da coronavirus». All’ospedale, riferisce, arrivano segnalazioni di pazienti affetti da Covid-19. «Alle persone infettate il nostro team medico fornisce consigli per telefono, seguendo i pazienti isolati a domicilio».

In tutto sono tre i ventilatori inviati dalla Santa Sede nel Paese, per sostenere la lotta al coronavirus: oltre a quello destinato al St. John Vianney Hospital, altri due sono stati inviati a due ospedali cattolici a Dinajpur e Jessore. «Durante questa pandemia – rileva Kamal – il St. John Vianney Hospital ha fatto del suo meglio per aiutare le persone infette che soffrono. Grazie agli accordi intercorsi con il dipartimento sanitario del governo del Bangladesh, il nostro ospedale raccoglie campioni di coronavirus e li invia per i test all’Istituto di epidemiologia, controllo e ricerca delle malattie. I nostri medici – spiega – si tengono in contatto con i pazienti positivi al Covid-19 e li consigliano, li motivano e forniscono loro le istruzioni necessarie. È un grande sostegno soprattutto per i più poveri».

Negli ultimi mesi nell’ospedale di Dhaka – uno dei 12 ospedali che la Chiesa cattolica gestisce nel Paese, insieme a 78 dispensari, 6 lebbrosari, 15 residenze assistite per anziani e disabili – sono stati raccolti campioni per centinaia di persone e «continuiamo a svolgere i test regolarmente. Stiamo per aprire una nuova sala operatoria – riferisce a Fides il direttore esecutivo – che presto sarà pienamente attiva. Il nostro ospedale è aperto e dispensa cure mediche a chiunque ne faccia richiesta».

9 settembre 2020