Crisi Haiti: un’altra settimana di coprifuoco nella Capitale

Proseguono le violenze delle bande criminali. La denuncia della Rete difesa dei diritti umani: «Nel 2024 208 omicidi, 5 attacchi armati e 64 vittime di violenza sessuale»

Ancora una settimana di coprifuoco nella Capitale di Haiti, Port-au-Prince, dove proseguono le violenze delle bande criminali. Lo hanno stabilito le autorità del Paese, mentre continuano anche, spesso via elicottero, i rimpatri di cittadini stranieri decisi dai rispettivi Paesi. Gli ultimi, nella giornata di ieri, 10 aprile, decine di cittadini brasiliani.

A fare il punto sui primi tre mesi del 2024 è la ong Rete nazionale di difesa dei diritti umani, che in un report denuncia numerosi casi di omicidio, rapimento e nove manifestazioni duramente represse dalla Polizia, durante le quali almeno quattro manifestanti sono stati uccisi e 15 persone sono rimaste ferite, tra cui otto giornalisti. Secondo il documento, 208 persone sono state uccise, inoltre ci sono stati 5 attacchi armati da parte delle bande; almeno 64 donne e ragazze sono state vittime di violenza sessuale, compresi gli stupri di gruppo. Si tratta di casi documentati e non semplicemente stimati, che quindi rappresentano solo una parte dei delitti effettivamente commessi.

Ancora, l’ong denuncia l’incendio o il saccheggio di numerose abitazioni e la fuga massiva degli abitanti della Capitale, oltre alle numerose estorsioni e minacce. Le bande, si legge nel rapporto, «continuano a estorcere denaro alla popolazione attraverso i loro pedaggi, violando il diritto alla libera circolazione di tutti gli haitiani nel territorio nazionale e ostacolando la circolazione di beni e servizi».

In questa situazione, stando al documento della Rete difesa dei diritti umani, sono 83 le istituzioni, aziende pubbliche e private che sono state attaccate, vandalizzate o date alle fiamme a Port-au-Prince e nei comuni limitrofi, tra cui 19 stazioni di polizia, cinque tribunali e un tribunale di primo grado. Si parla, inoltre, sempre nel primo trimestre, di tredici blocchi autostradali, sei dei quali nei comuni di Port-au-Prince e Cité Soleil. L’organizzazione denuncia, infine, che le bande non sarebbero mai potute diventare così potenti senza la collusione che mantengono con le autorità statali e parte del settore imprenditoriale privato e senza la garanzia di impunità di cui hanno goduto.

11 aprile 2024