Defunti, De Donatis: «La vita oltre la morte è incontro con un volto»

Il vicario del Papa ha celebrato la Messa del 2 novembre nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura: «Nulla viene perduto se conservato nelle mani di Gesù»

«La morte rimane l’unica certezza della vita» e per un credente significa avere «quell’incontro certo e ineludibile che dà serietà alla vita stessa». Queste le parole del vicario del Papa per la diocesi di Roma, monsignor Angelo De Donatis, che giovedì, giorno in cui la Chiesa commemora i defunti, ha celebrato la Messa nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura, animata dal Coro della diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina. Spesso, ha evidenziato l’arcivescovo, l’uomo, sopraffatto dal dolore per la perdita di un familiare, è spinto a chiedersi perché esista la morte.

Una domanda che esplode forte soprattutto
quando in un attimo viene annullato e distrutto tutto quanto di bello una persona ha costruito, quando la morte annienta tutti i legami e gli affetti che rendono lieta e danno pienezza alla vita di ogni uomo. Ma la morte, ha precisato, «è in relazione con la vita. Sembra porre un termine alla vita ma in realtà la illumina, la rende vera, fa emergere il desiderio profondo della vita che non ha mai fine, che dia pienezza e continuità a tutte le esperienze buone e belle fatte durante l’intera esistenza». Per un credente, ha spiegato De Donatis, questo desiderio di vita dopo la morte, mette al centro la relazione con Dio, perché non si tratta semplicemente del proseguimento della vita terrena «ma di una vita in stretta relazione con il Dio vivente».


Facendo riferimento alla prima lettura
proposta dalla liturgia, nella quale è descritto l’atto di fede di Giobbe impaziente di incontrare e contemplare il volto di Dio, il vicario ha detto che questo è «il desiderio di fondo di ogni credente. La vita oltre la morte è l’incontro con un volto. Le persone che amiamo rimangono misteriosamente presenti in noi anche dopo la morte, il ricordo liturgico dei defunti ne è una conferma. Un credente sa che questa presenza misteriosa è molto più profonda di un semplice ricordo, perché il ricordo prima o poi è destinato a svanire ma questa presenza misteriosa no. Coloro che hanno attraversato la soglia della morte sono presenti a noi perché sono viventi in Dio».

Per il vicario De Donatis è possibile vedere una vita oltre la morte soltanto attraverso gli occhi della fede che permette di credere «in questa comunione con il Dio della vita, comunione donata da Cristo sulla croce una volta per sempre e mai spezzata». Una comunione, ha evidenziato, che lega ogni fedele «in maniera fortissima e indissolubile con Dio così come ci ha promesso Gesù. Nulla della nostra vita viene perduto se rimane custodito nelle mani di Gesù e tutto acquista un senso nuovo in una vita senza fine. Ci viene chiesto di fidarci di questa promessa e, credere in essa, significa credere nella potenza del suo amore che può vincere la morte». Al termine della celebrazione il vicario del Papa con i sacerdoti concelebranti, tra i quali il parroco di San Lorenzo Fuori le Mura padre Armando Ambrosi, ha raggiunto in processione il cimitero monumentale del Verano per la benedizione delle tombe.

 

3 novembre 2017