Don Sardelli, il «Vangelo vivo in periferia»

Un libro raccoglie le conversazioni tenute dal sacerdote sul Vangelo di Marco tra il 2010 e il 2011 a San Bernardino. La prefazione del presidente Cei Zuppi

«All’Acquedotto Felice educava e dava consapevolezza e speranza ai giovani delle baracche, unendo l’individuo in un noi corale coltivato nel dialogo, nell’educazione che fa appropriare delle parole a dava valore a ciascuno». Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, ricorda così don Roberto Sardelli nella prefazione del libro Omelie di un prete periferico (Ed. Cittadella) che raccoglie le conversazioni tenute dal sacerdote sul Vangelo di Marco dall’ottobre 2010 al giugno 2011 nella parrocchia di San Bernardino.

Leggendo i testi, preparati con cura, per quegli incontri richiesti dall’allora parroco don Mario Pasquale (prete operaio per quarant’anni), si coglie la radicalità del Vangelo che ha contraddistinto l’esperienza di Sardelli tra i baraccati dell’Acquedotto. Il sacerdote nel 1961 aveva visitato la scuola di don Milani a Barbiana. Ordinato sacerdote nel 1965, tre anni dopo arrivò a San Policarpo, accanto a «una città di baracche». In pochi giorni maturò la sua scelta: condividere la vita dei baraccati. «Comprai casa da una prostituta per 90mila lire e ci misi la cappella». E lì fondò la Scuola 725. Scuola che formava alla vita: letture, attività, gite. Nacque la lettera al sindaco Darida, frutto di dieci mesi di lavoro collettivo, e fece scalpore.

L’esperienza della scuola si concluse con il trasferimento degli abitanti a Nuova Ostia. Ma non quella di don Roberto accanto agli emarginati, né la sua presenza nel dibattito sul terreno sociale ed ecclesiale, che continuò fino all’ultimo. Nel 2018 ricevette la laurea honoris causa da Roma Tre in Scienze pedagogiche. Ora Grazia Napoletano, insegnante e dirigente scolastica, collaboratrice di Sardelli, «atea aperta e interessata al confronto con le religioni», ripropone 24 “prediche di periferia” del sacerdote nel libro presentato nel bibliopoint di una scuola del Portuense. Opportunità per riscoprire, come scrive Zuppi, quel «Vangelo vivo che troviamo andando in periferia perché partendo da lì troviamo l’umanità che ci svela chi siamo e dove siamo, quel Gesù essenziale e il cui volto tutti cerchiamo».

17 aprile 2024