Fidanzati e giovani coppie a Santa Sabina. Una serata per dire “grazie”

L’incontro organizzato dal Centro diocesano per la pastorale familiare in collaborazione con il Movimento dell’Amore familiare. La testimonianza di Costanza Miriano: necessario un «lavoro artigianale»

“Il mio diletto è per me e io per lui”, tratto dal Cantico dei Cantici. Questo il tema dell’incontro di preghiera rivolto ai fidanzati e alle giovani coppie di sposi di Roma che si è svolto ieri sera, lunedì 12 febbraio, nella basilica di Santa Sabina all’Aventino. Organizzato dal Centro diocesano per la pastorale familiare in collaborazione con il Movimento dell’Amore familiare, il momento di preghiera, in cui le coppie hanno affidato il loro amore alla Vergine Maria, si svolge tradizionalmente in occasione della festa di San Valentino ma quest’anno è stato anticipato di due giorni visto che il 14 febbraio coincide con il Mercoledì delle Ceneri.

Un appuntamento voluto per ringraziare il Signore del dono dell’amore da alimentare ogni giorno, chiedergli di illuminare il cammino delle coppie e «la grazia per imparare a crescere sempre più nella capacità di amarsi, donarsi, perdonarsi e vivere in pienezza l’amore sponsale» ha affermato monsignor Andrea Manto, direttore del Centro diocesano per la pastorale familiare auspicando che in futuro partecipino all’incontro sempre più innamorati. «A Roma – ha aggiunto – negli ultimi dieci anni i matrimoni si sono quasi dimezzati ma questo non ci deve scoraggiare. Le famiglie e i fidanzati di Roma non devono avere paura di farsi guidare dal Signore per trovare la via della felicità».

La serata è stata arricchita dalle testimonianze della giornalista Costanza Miriano, di Fabiola D’Ambra e del marito Patrizio De Zuliani, presidente dell’associazione “Famiglia piccola chiesa” – Movimento dell’Amore familiare. Miriano è sposata da vent’anni, ha quattro figli e ha raccontato con leggerezza e una giusta dose d’ironia la vita matrimoniale fatta di tante difficoltà quotidiane in cui bisogna «imparare ad amare, ad essere l’uno per l’altro e a cogliere lo sguardo del coniuge». L’amore vero, ha spiegato, è quello che fa accettare i difetti dell’altro ma per raggiungerlo è necessario «un lavoro artigianale di trincea» che porti a desiderare il bene dell’altro e ad avviare «un reciproco cammino di sottomissione».

Fabiola e Patrizio, invece, sono sposati da 14 anni e hanno tre figli. Il loro fidanzamento è durato nove anni e hanno raccontato che il loro rapporto è cambiato quando decisero di frequentare il corso di preparazione al matrimonio, «periodo di maturazione prezioso» durante il quale hanno conosciuto «un dialogo nuovo». In quei mesi hanno sperimentato l’amore di Cristo nella loro vita che ha permesso «di vivere un’affettività diversa». Oggi sono loro a tenere corsi di preparazione al sacramento del matrimonio e ai futuri sposi raccomandano di far entrare Gesù nella propria vita perché «quando ti accorgi che c’è qualcosa di più grande, vedi tutto in modo diverso – ha spiegato Patrizio -. L’essere l’uno per l’altro nonostante le difficoltà rende disponibili a cedere un pezzo di sé stessi».

Presente al momento di preghiera anche don Stefano Tardani, assistente spirituale del Movimento dell’Amore familiare.

13 febbraio 2018