Il Colosseo nuovamente illuminato contro la pena di morte

Celebrata la XXI edizione di Cities for life, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio. L’appello solenne di Impagliazzo al presidente Usa Biden per una moratoria ufficiale delle esecuzioni e la testimonianza di Herman Lindsey, per tre anni nel braccio della morte, poi riconosciuto innocente

Un appello «solenne» al presidente americano Joe Biden per abolire la pena di morte. Lo ha lanciato ieri sera, 30 novembre, il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo durante la manifestazione organizzata nel ventunesimo appuntamento con “Cities for Life. Città per la Vita, Città contro la Pena di Morte”. Con alle spalle il Colosseo illuminato da uno spettacolo di luci tridimensionali sul tema “Non c’è giustizia senza vita”, Impagliazzo ha chiesto ai leader mondiali e «specialmente al presidente degli Stati Uniti Joe Biden di assumere la guida morale per commutare tutte le condanne capitali delle persone che si trovano nel braccio della morte federale degli Stati Uniti, dichiarando una moratoria ufficiale delle esecuzioni. Il presidente l’ha promesso – ha aggiunto -. È possibile farlo e questo è il momento giusto per farlo. La guida morale del presidente Usa può aiutare il Congresso americano a compiere i passi necessari per le abolizioni. Questo è il momento», ha detto.

La manifestazione si svolge ogni anno nell’anniversario della prima abolizione della pena di morte da parte di uno Stato europeo: era il 30 novembre 1786 e il granduca di Toscana Pietro Leopoldo entrava nella storia firmando il codice leopoldino che aboliva la pena capitale. Quest’anno sono state quasi 2.500 le città del mondo che hanno aderito all’evento, durante il quale è stato annunciato che negli ultimi due anni la pena di morte è stata abolita in dieci Stati americani e in cinque africani, portando complessivamente a 116 i Paesi dove il boia è stato esiliato, a fronte dei 55 in cui è ancora attivo e dei 28 Paesi dove è in atto una moratoria. Il rapporto di Amnesty International sulla pena di morte nel 2021 registra un aumento delle esecuzioni in Iran e in Arabia Saudita e parla di 579 esecuzioni in 18 Stati, con un aumento del 20% rispetto al 2020.

«La pena di morte non funziona come deterrente ma causa una terribile lista di errori giudiziari – ha aggiunto Impagliazzo -. Abolirla significa lanciare un potente segnale in controtendenza rispetto alle culture delle punizioni e delle vendette, che sono le stesse che giustificano il protrarsi delle guerre». A riguardo, ricordando il conflitto in Ucraina, ha concluso che oltre al sogno di abolire le pene capitali «c’è quello di abolire ogni guerra». Anche per il ministro degli Esteri Antonio Tajani, «nessuno può arrogarsi il diritto di togliere la vita a un uomo». Sottolineando che gli europei devono «essere fieri» perché il nostro è «l’unico continente dove non c’è la pena di morte», ha rimarcato che «essere contro la pena capitale non significa essere lassisti contro i criminali. Chi delinque e viene condannato deve scontare la pena, ma anche il peggiore degli ergastolani se si pente deve essere utile agli altri». Il responsabile della Farnesina ha aggiunto che «da credente» è «convintamente» contro la pena di morte perché ogni uomo ha diritto «di pentirsi fino all’ultimo minuto».

L’assessore capitolino all’Ambiente Sabrina Alfonsi, intervenuta in rappresentanza del Campidoglio, ha ribadito che «Roma è una città che si schiera per la vita, una città aperta, accogliente, inclusiva e solidale, che si batte per la tutela dei diritti umani». L’attore Paolo Sassanelli ha letto stralci di corrispondenza tra Laura e Jim, recluso nel braccio della morte in Florida. Esperienza che ha vissuto Herman Lindsey, detenuto per tre anni ma poi riconosciuto innocente. «È stato un trauma – ha raccontato -. Ero considerato il peggiore degli uomini per il quale la vera giustizia era rappresentata dalla morte». Dal Colosseo si è levata anche la voce dei giovani di European for peace perché questa battaglia per la vita, ha spiegato Agnese, «non può interessare solo i governati, ma deve coinvolgere tutti. Il momento è ora, chi ha il potere fermi le esecuzioni subito».

1° dicembre 2022