Le comunità etniche di Roma in preghiera per la pace

A Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, i canti mariani della tradizione ucraina, rumena, filippina, latino-americana, nigeriana e italiana. Don Guerini (Migrantes): «Abbiamo vissuto tutti insieme la pace»

I colori delle bandiere appoggiate lungo i banchi e sventolate in aria. Il suono delle chitarre e il ritmo trascinante dei bongo che hanno accompagnato i canti mariani della tradizione ucraina, rumena, filippina, latino-americana, nigeriana. Ma soprattutto l’Ave Maria recitato in sei lingue diverse, compreso l’italiano. Si è respirata aria di unità e fratellanza tra i popoli durante il “Rosario per la pace” promosso dall’equipe pastorale Migrantes che si è tenuto ieri, 5 maggio, nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, in piazza della Repubblica.

Ogni mistero è stato accompagnato da una lettura, da una riflessione e da un canto. «Maria sei la nostra luce», ha cantato in filippino un gruppo di fedeli, invitando a un abbandono totale alla Vergine per la ricerca della pace. «Come cristiani non possiamo rimanere indifferenti alle migrazioni», ha letto una religiosa dell’equipe prima del terzo mistero.

A guidare la recita del Rosario, don Pietro Guerini, parroco della basilica e direttore dell’Ufficio diocesano. «Affidiamo a Maria la nostra vita e il nostro cuore per raggiungere ogni persona del mondo, soprattutto quanti vivono la tristezza della guerra – ha detto all’inizio della celebrazione -. Vogliamo pregare per chi è turbato da eventi catastrofici e per chi non riesce più a guardare il futuro con speranza, nella consapevolezza che la pace è un dono che viene dall’alto. Ci affidiamo totalmente alla Vergine Maria, sapendo che lei è la Regina della pace e ascolterà il nostro grido».

Il sacerdote ha poi concluso il Rosario, sottolineando: «Stasera non abbiamo solamente invocato la pace, ma l’abbiamo vissuta tutti insieme». Infine, ha ricordato l’appuntamento del 25 e del 26 maggio prossimi, date della giornata mondiale dei bambini. «Il Santo Padre vi attende con gioia, perché crede nella forza delle comunità etniche».

Insieme a don Guerini, per l’animazione del Rosario sono stati coinvolti anche laici, sacerdoti, religiose e religiosi dell’equipe Migrantes. Tra di loro c’era anche padre Gerardo Garcia Ponce, il nuovo cappellano della comunità latino-americana di Roma. «La squadra è nata tre – quattro mesi fa – racconta -. Siamo dodici rappresentanti di dodici etnie. Ci incontriamo ogni mese e stiamo lavorando insieme per cercare di raggiungere tutti i migranti e le comunità etniche della città con riflessioni e attività pratiche, specialmente in preparazione al Giubileo».

Tra le bandiere, quelle ucraine spiccavano particolarmente. A tenerne una in mano c’erano Anna e Maria, in Italia ormai da 20 anni. «Non portiamo rancore per la Russia, ma abbiamo soltanto la speranza che tutto possa finire presto. Siamo sicure che vinceranno la fede, la libertà e la pace. I nostri figli e i nostri parenti sono in Ucraina. C’è tanta sofferenza, non c’è pace né durante il giorno, né durante la notte. Non esiste un posto dove possono nascondersi in sicurezza. I missili e le bombe arrivano dappertutto e sono imprevedibili. Oggi da noi si festeggia la Pasqua ortodossa: Gesù è risorto e speriamo che risorga anche la pace».

Paul invece viene dal Congo. È arrivato a Roma per studiare teologia e spera di riuscire a tornare dai suoi cari per poterli sostenere economicamente. «Ho pregato per il mio Paese, che è dilaniato dalla guerra da tanti anni. Sono in contatto ogni giorno con la mia famiglia. Proprio qualche giorno fa un bomba ha provocato tanti morti. C’è molta incertezza del domani. Stasera però ho provato molta gioia nel pregare insieme a tutti gli altri. Credo che Dio ci abbia ascoltato».

Vicino c’è Evelyn. È del Guatemala e ha perso un figlio per una malattia renale. «Ho pregato per lui e per le persone che nel mio Paese soffrono questi problemi. I casi di questo tipo sono tanti e sono causati dagli insetticidi che si usano per le piantagioni di cotone e che infettano anche la frutta e la verdura». Storie di sofferenza, affidate a Maria per la pace.

6 maggio 2024