Migranti e rifugiati, lo snodo del Global compact

A Villa Glori il seminario di studio che ha aperto il master “Salute globale e migrazioni”. Padre Fabio Baggio (Sviluppo umano integrale): «Nel testo Onu molti insegnamenti della Dottrina sociale»

Oltre cinque anni di lavoro per le diplomazie, confronto tra governi e ong, proposte condivise dai Paesi di origine e di nuovo insediamento, con un epilogo che vede il Global compact su migranti e rifugiati sottoscritto da 150 Paesi e ancora da ratificare in almeno altri 40. Per padre Fabio Baggio, del dicastero per lo Sviluppo umano integrale, che ha seguito tutto l’iter del documento per conto della Santa Sede, «si tratta dell’inizio di un percorso e non di un epilogo fallimentare». Il sacerdote scalabriniano è stato chiamato dalla Caritas di Roma a inaugurare la settima edizione dell’executive master “Salute globale e migrazioni”, iniziato ieri, 5 febbraio, nel teatro delle Case famiglia di Villa Glori. Cinquantasei iscritti, tra medici e personale sanitario, che nel corso del 2019 avranno quattro settimane residenziali per approfondire i temi della sanità legata ai diritti umani e alle migrazioni.

L’incontro iniziale, aperto a tutti, è stato il seminario “Cosa sta succedendo in Italia sull’immigrazione?”, che ha visto padre Baggio confrontarsi con Filippo Miraglia, responsabile immigrazione per l’Arci, e il giornalista di Avvenire Toni Mira. Il sacerdote si è soffermato sul documento proposto dall’Onu e che il governo italiano non ha ancora sottoscritto. «Si tratta di un testo – ha detto – che rispecchia molti degli insegnamenti della Dottrina sociale della Chiesa». Per padre Baggio «sono molti i punti positivi introdotti nel Global compact: per la prima volta i Paesi concordano su un piano operativo e non su principi; l’approccio è centrato sulla persona e si parla di dignità del migrante; si dà importanza alla dimensione familiare e una particolare tutela ai minori; si sancisce il diritto a migrare e anche quello a non dover migrare». Per questo, pur mancando ratifiche di Paesi importanti per i processi migratori, «come cristiani siano chiamati a sostenerlo e diffonderlo nelle comunità locali».

Per Filippo Miraglia, che ha illustrato i recenti provvedimenti normativi improntati sulla sicurezza, «dal 1998 in Italia la legislazione sull’immigrazione e i diritti umani ha vissuto un riformismo con il segno meno. Le migrazioni – ha spiegato – sono diventate il principale tema del dibattito politico, quello su cui si costruisce il consenso evocando la paura».

6 febbraio 2019