Riforme del Papa: «Nessuna inversione di marcia»

Il cardinale Parolin alla presentazione del libro di Ingrao dedicato a «Cinque domande che agitano la Chiesa». Al centro, le «urgenze antropologiche» del nostro tempo

Quale futuro per le riforme intraprese da Papa Francesco? A questa domanda «se ne aggiunge una che suona per alcuni come minaccia, per altri come illusione: c’è il pericolo di un’inversione di marcia? Il discernimento, che non è semplicemente intuito ma frutto di una continua preghiera nello Spirito, indicherà, nel tempo disteso di chi sa essere paziente, come proseguire e cosa rendere istituzionale. Proprio perché è azione dello Spirito e quindi non ci potrà essere un’inversione di marcia». L’interrogativo è nel libro “Cinque domande che agitano la Chiesa” del vaticanista del Tg1 Ignazio Ingrao (Edizioni San Paolo); la risposta è del segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, che mercoledì 24 aprile è intervenuto alla presentazione del volume, nella sede del ministero della Cultura.

L’autore prende spunto dal pontificato di Bergoglio che ha proiettato la Chiesa verso le periferie geografiche ed esistenziali aprendola a nuove domande e sfide. Definendo le riforme «processi irreversibili», si chiede anche se la Chiesa sia in grado di rispondere ai nuovi quesiti su inizio e fine vita e sulla questione del gender. «Tematiche importanti e bisognose di molta riflessione – ha detto Parolin -. Sono urgenze antropologiche». Per il padrone di casa, il ministro Gennaro Sangiuliano, «la Chiesa si riforma guardando alla sua millenaria capacità di rispondere al bisogno di metafisico. La Chiesa non deve perdere la sua sacralità. Tante associazioni laiche assistono i poveri, i migranti, ma la Chiesa non può diventare un’organizzazione che si occupa solo di questo, deve soprattutto rispondere a un bisogno spirituale». Per don Antonio Rizzolo, amministratore delegato del gruppo editoriale San Paolo, «i problemi sono sotto gli occhi di tutti e sono il risultato di grandi cambiamenti. La Chiesa non deve chiudere gli occhi, e non lo fa».

29 aprile 2024