Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi, restaurata la Cappella del Perdono

I lavori affidati all’artista Rodolfo Papa. Il parroco don Mirilli: «In questo momento di paura abbiamo bisogno di bellezza per nutrire speranza»

L’arte al servizio della preghiera. Nell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” Papa Francesco auspica che «ogni Chiesa particolare promuova l’uso delle arti nella sua opera evangelizzatrice». Invito colto da don Maurizio Mirilli, dal 2014 alla guida della parrocchia Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi. Ritenendo che «la bellezza artistica aiuti a entrare in comunione con il Signore in modo immediato», ha commissionato a Rodolfo Papa, pittore, scultore, storico, fondatore e presidente dell’Accademia Urbana delle arti, il restauro della Cappella del Perdono che dal 1991 ospita l’icona della Madonna del Perdono, celebrata in parrocchia l’ultima domenica di ottobre. Ieri, 25 ottobre, in occasione della ricorrenza, al termine della Messa di mezzogiorno la nuova cappella è stata inaugurata e benedetta.

Il restyling dell’ambiente è nato «dal desiderio di dare dignità all’effige», spiega il sacerdote. Si tratta di un trittico con al centro l’immagine della Vergine Maria, che ha in braccio Gesù con le braccia aperte in segno di accoglienza e due angeli ai lati, dono di un convento di carmelitane. L’appellativo “Madonna del Perdono” lo si deve al fatto che l’opera era originariamente di proprietà di un uomo che fissandola e recitando il “Padre nostro”, dietro consiglio di una religiosa, riacquistò la fede. «Come dimostrano i numerosi ex voto, l’icona è molto venerata dai fedeli – prosegue don Mirilli -. Il nostro intento è stato quello di creare una cornice piena di significato teologico al quadro, andando all’origine del perdono che nasce a Pentecoste». Per questo motivo l’inno Veni Sancte Spiritus è stato trascritto sulle pareti mentre sulla cupola è rappresentato lo Spirito Santo che non ha le sembianze di una colomba, come spesso è rappresentato, ma di una luce accecante con sette raggi, a indicare i sette doni del Paraclito. Nella parte superiore della cappella sono rappresentati gli apostoli che, come la Vergine, hanno lingue di fuoco posate sul capo, così come gli Atti descrivono la Pentecoste. Nel registro inferiore è stata dipinta la parrocchia e il quartiere Tor de’ Schiavi; al centro, “sostenuta” da due angeli, l’icona della Madonna del Perdono la cui immagine è stata anche riprodotta in un grande murale sull’abside esterno della chiesa.

«Ho cercato di completare i lavori in una chiesa già molto bella e ricca di dipinti e di icone», prosegue don Maurizio, che lo scorso anno ha terminato la sostituzione di tutte le vetrate le quali simbolicamente richiamano all’Eucaristia. «Era ormai necessario il rifacimento della cappella – rimarca -. Il restauro si è concluso proprio in un momento storico in cui il desiderio di incontrare la misericordia di Dio è più forte di prima. In un periodo anche economicamente difficile qualcuno potrà obiettare che un investimento di questo tipo si poteva rimandare ma rendere bella la chiesa ripaga di ogni sacrificio». I lavori in realtà erano stati programmati a febbraio ma il lockdown ha modificato i programmi. Per lasciare traccia alle future generazioni del periodo della pandemia, il maestro Papa su una colonna ha dipinto anche una mascherina.

«In questo momento di paura abbiamo bisogno di bellezza per nutrire speranza ed è importante anche in un contesto come il nostro, di periferia». La parrocchia infatti si trova nella periferia est della Capitale, tra Pigneto e Centocelle. In un momento storico in cui avanza «il degrado ambientale, sociale, economico, politico e morale», per Mirilli «la bellezza è veicolo di speranza». L’opera inoltre vuole lanciare un messaggio di rinascita «anche dal punto di vista economico. In questo momento sostenere gli artisti può essere un’occasione coraggiosa per infondere fiducia».

26 ottobre 2020