Unità dei cristiani, la Settimana sul tema degli Atti

Il brano del naufragio di san Paolo al centro dell’ottavario. Il 22 gennaio la veglia ecumenica diocesana; il 25 la conclusione con il Papa a San Paolo

È il brano degli Atti degli apostoli che narra del naufragio di san Paolo a Malta (Atti 28, 2) a fare da filo conduttore della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si aprirà sabato 18 gennaio e si concluderà il 25 con la celebrazione dei vespri presieduta da Papa Francesco nella basilica di San Paolo fuori le mura. «Una storia di divina provvidenza e al tempo stesso di umana accoglienza quella che ci propongono le Chiese cristiane di Malta e Gozo, che hanno preparato il materiale della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno – afferma monsignor Marco Gnavi, incaricato diocesano per l’Ecumenismo e il dialogo -; proprio in un momento storico in cui il “Mare Nostrum” è associato a paura e distanza, mentre è luogo e culla di incontro tra le culture e i popoli, ci vengono ricordati l’atteggiamento della ospitalità e della filantropia». L’episodio biblico, infatti, ripropone il dramma dell’umanità di fronte alla potenza degli elementi della natura, con i passeggeri della barca in balia del mare violento e della tempesta che infuria intorno a loro, ma sottolinea anche l’accoglienza dei maltesi riservata ai naufraghi: “Ci trattarono con gentilezza” sono in particolare le parole scelte a fare da guida alla riflessione.

Guardando all’attualità del tema, spiega ancora Gnavi, è stato per questo scelto di «lasciare spazio alla testimonianza di un rifugiato nel corso della veglia ecumenica diocesana» che avrà luogo mercoledì 22 gennaio, alle 18.30, nella parrocchia Gesù di Nazareth, al Collatino. A presiederla il cardinale vicario Angelo De Donatis, alla presenza dei rappresentanti delle diverse confessioni presenti a Roma tra i quali, per la prima volta, il direttore del Centro anglicano, l’arcivescovo Ian Ernest. «Raccolti insieme in preghiera – continua Gnavi – saremo chiamati a vivere l’accoglienza autentica» proprio in una parrocchia romana «che è simbolo di accoglienza della Parola e, conseguentemente, di ogni cristiano, anche di altra confessione, oltre che dei fratelli musulmani, nel nome di don Andrea Santoro», primo parroco di Gesù di Nazareth e sacerdote fidei donum ucciso nel 2006 a Trabzon, in Turchia, mentre pregava con la bibbia in lingua turca tra le mani, oggi conservata nella chiesa come reliquia.

Nell’ambito della Settimana, diversi gli appuntamenti organizzati in diocesi. A San Paolo fuori le mura, per tutto l’Ottavario di preghiera, sull’altare della Confessione sarà esposta l’urna con il corpo di san Timoteo, discepolo di San Paolo, venerato dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa. Ancora, tutte le sere nella basilica di Santa Maria in Trastevere la Comunità di Sant’Egidio cura un momento di preghiera per l’unità dei cristiani anche con la presenza di rappresentanti ecumenici. Nella basilica di Santa Maria in Via Lata, in via del Corso 306, dove ha sede il Centro eucaristico ecumenico delle suore Figlie della Chiesa, ogni sera, alle 20, sarà celebrata solennemente la Messa nei vari riti cattolici orientali, con la partecipazione dei Collegi pontifici.

14 gennaio 2020