Canonizzazione del cardinale Pironio, chiusa la fase diocesana

La cerimonia nel Palazzo Lateranense. Vallini: «S’immedesimò in Cristo, amava i giovani». Bergoglio conobbe il porporato argentino di origini friulane: profonda umiltà

La cerimonia nel Palazzo Lateranense. Vallini: «S’immedesimò in Cristo, amava i giovani». Bergoglio conobbe il porporato argentino di origini friulane: profonda umiltà

Uomo di preghiera, della parola di Dio meditata, pregata, annunziata e vissuta nella gioia. Questo il profilo spirituale del Cardinale Eduardo Francisco Pironio tracciato dal cardinale vicario Agostino Vallini, in occasione della chiusura, dopo dieci anni, della fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione del cardinale argentino.

La cerimonia si è svolta venerdì 11 marzo nell’Aula della Conciliazione del Palazzo del Vicariato. Presenti monsignor Carlos Malfa, vescovo di Chascomús, segretario della Conferenza episcopale argentina, parte attrice della causa di beatificazione; il cardinale Leonardo Sandri, anch’egli argentino; l’arcivescovo Renato Boccardo; il vescovo Josef Clemens; monsignor Fabián Pedacchio, segretario particolare di papa Francesco; il postulatore padre Giuseppe Tamburrino. Accanto al cardinale Vallini, i componenti del tribunale diocesano che ha seguito la fase diocesana del processo: il giudice delegato monsignor Slawomir Oder, il promotore di giustizia monsignor Giuseppe D’Alonzo e il notaio Marcello Terramani.

Visibilmente commossi durante tutta la cerimonia il segretario personale di Pironio, il vescovo Fernand Vérgez Alzaga, e la cugina di secondo grado Daniela. Entrambi hanno ricordato la disponibilità e la bontà del cardinale argentino. Il cardinale Vallini ha sottolineato che Pironio era «uomo di Chiesa, con una profonda fede nel Papa, nel quale “vedeva” Cristo, e con un profondo senso ecclesiale. Un pastore con una grande sensibilità umana in particolare per i giovani. Nella sua lunga e vasta esperienza seppe percepire i loro interrogativi più profondi e i desideri più genuini, ma seppe anche fidarsi di loro e scoprirne le ricchezze di entusiasmo, di disponibilità e di creatività. È stato per tutti un testimone che ha sperimentato “l’invisibile” in maniera profonda, immerso nell’amore del Padre e immedesimato in Cristo».

Nato in Argentina nel 1920 da emigrati friulani, Pironio, sempre fiero delle sue origini, è stato il ventiduesimo figlio. Fu ordinato sacerdote a 23 anni e si dedicò alla formazione dei futuri sacerdoti. È stato formatore nei Seminari della diocesi di Mercedes e dell’arcidiocesi di La Plata, professore e rettore del Seminario di Buenos Aires, professore e decano della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Cattolica Argentina. Nel ‘72 fu nominato vescovo di Mar del Plata. È stato segretario generale e presidente del Consiglio episcopale delle Chiese latinoamericane fino al ’75 quando Paolo VI lo nominò prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica; nel ‘76 lo nominò cardinale.

Giovanni Paolo II nell’84 lo volle come presidente del Pontificio Consiglio per i laici, ruolo nel quale contribuì ad ideare le Giornate mondiali della Gioventù. Pironio morì il 5 febbraio 1998. I funerali furono celebrati da Giovanni Paolo II che nell’omelia affermava: «Ha testimoniato la sua fede nella gioia: gioia di essere sacerdote e desiderio costante di comunicarla ai giovani». Le spoglie riposano nella basilica di Luján, dove sono venerate da tanti fedeli.

«Resto personalmente convinto che quella del cardinale Pironio sia stata una personalità straordinaria – ha detto Vallini – nella quale la potenza trasformante della grazia ha trovato una natura umana particolarmente dotata e docile ad essere plasmata e trasformata dall’azione dello Spirito Santo. Chi ha avuto la gioia di conoscerlo e di frequentarlo potrà convenire che sia stato un vero discepolo di Gesù, che ha fatto della sequela di Cristo l’unica ragione di vita, perché ha ricondotto tutto a Dio, sapendo riconoscere in ogni esperienza la mano della Provvidenza del Signore. La sua testimonianza spirituale resta per noi una preziosa eredità. Accompagniamo con la preghiera il cammino della causa, che da ora è affidata allo studio e all’esame della Congregazione per le Cause dei Santi, perché – se al Signore piacerà – possa avere un percorso spedito e giungere ad una felice conclusione».

In un’intervista del 2008, l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio, che ha conosciuto personalmente Pironio, evidenziava la sua umiltà. «Quando parlavi con lui ti dava la sensazione che si sentiva il peggiore uomo del mondo, il peggior peccatore. Ti apriva un panorama di santità dalla sua profonda umiltà. Ti apriva orizzonti, sperimentavi che non chiudeva mai le porte a nessuno, anche a gente che sapeva che non lo aveva capito». Il cardinale Pironio, infatti, come ricordava Bergoglio, «ha sofferto abbastanza la sfiducia e la calunnia. Quando Paolo VI gli chiese di predicare gli Esercizi spirituali nella Quaresima 1974, chiedevano al Papa perché l’aveva scelto dal momento che Pironio era una persona di idee progressiste. Però dopo averlo ascoltato dovettero stare zitti. E anche quando era a Roma, allo stesso modo non fu compreso, parlavano male di lui. Ha sofferto la persecuzione della calunnia».

(Leggi il testo del cardinale Vallini)

11 marzo 2016