De Donatis ai capi Agesci: «Il Padre vi doni il “collirio” dello Spirito Santo»

L’omelia del vicario a San Giovanni in Laterano a conclusione del percorso formativo delle guide scout: «Il collirio per non perdere mai lo sguardo contemplativo che sa andare al di là»

Per vedere il volto del Padre mediante quello del Figlio è necessario non smettere di proseguire nel cammino tenendo lo sguardo allenato. Così monsignor Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha incoraggiato gli oltre 1300 capi dell’Agesci, Associazione guide e scouts cattolici italiani, riuniti ieri mattina, 18 marzo, nella basilica di San Giovanni in Laterano per concludere con una Messa solenne il percorso formativo compiuto quest’anno sul tema del discernimento. «Il riferimento più solido per una comunità cristiana, nella progressiva scoperta dell’Amore del Padre – ha detto il presule nella sua omelia -, è la croce che genera un movimento dal basso verso l’alto perché conduce fino al Padre».

Commentando la Parola del giorno, De Donatis ha sottolineato come «la domanda dei Greci che chiedono di vedere Gesù» esprima l’attesa in vista di un incontro che è propria di ogni uomo e come «la risposta di Gesù e la parabola del seme che muore sembrino non tenere conto dell’interrogativo» mentre in realtà rivelano come «solo una vita che passa attraverso la morte è la condizione perché si sprigioni la salvezza autentica». Guardando poi al cammino formativo ma anche concreto dei capi scouts del Lazio, che da venerdì si erano mossi a piedi dalle loro diocesi per raggiungere la cattedrale di Roma, De Donatis ha evidenziato che la domanda presentata dal Vangelo «è la stessa che pongono i bambini e ragazzi che vi sono stati affidati: anche loro vogliono vedere Gesù» ed è a loro che «siete chiamati a restitutire, nelle vostre singole realtà quotidiane, i passi fatti e i risultati raggiunti in questi tre giorni».

Ancora, De Donatis ha richiamato l’attenzione sul valore del discernimento, «il filo rosso che ha guidato la vostra formazione quest’anno e che è elemento distintivo per un cristiano»; si tratta di «vedere in profondità avendo la luce dello Spirito Santo che illumina, quella che solo il Risorto ci dona». Per questo, in conclusione, il presule ha pregato per tutti i capi Agesci «affinché il Padre vi doni il “collirio” dello Spirito Santo per non perdere mai lo sguardo contemplativo che sa andare al di là ed è capace di leggere nella storia il mistero di Cristo».

Nata nel 1974 dall’unificazione di due preesistenti realtà, l’Asci (Associazione Scout Cattolici Italiani), maschile, e l’Agi (Associazione Guide Italiane), femminile, l’Agesci è un’associazione giovanile educativa che si propone di contribuire, nel tempo libero e nelle attività extra-scolastiche, alla formazione della persona secondo i principi ed il metodo dello scautismo, adattato ai ragazzi e alla realtà sociale italiana di oggi.

«Siamo contenti di aver chiuso questa prima tappa del cammino sul discernimento con un incontro regionale molto partecipato: è la testimonianza che il nostro è un percorso di laici testimoni e protagonisti, fatto con la Chiesa e nella Chiesa» hanno dichiarato Francesco Scoppola e Francesca Orlandi, responsabili regionali dell’Agesci che nel Lazio conta oltre 15.000 soci, di cui 2.500 educatori, ed è organizzata in 178 gruppi locali. «Questo tempo di riflessione – ha detto Paola, capo del settore Prenestino dal 1990 – non è un traguardo ma una tappa: ripartiamo con uno strumento in più per capire a fondo chi vogliamo e dobbiamo essere come persone e come guide dei più giovani».

 

19 marzo 2018