La piccola Lizzy Myers da Francesco

Il sogno della bimba dell’Ohio, che desiderava vedere il Papa prima di perdere la vista per una malattia genetica, realizzato anche grazie all’Unitalsi

Il sogno della bimba dell’Ohio, che aveva espresso il dediderio di vedere il Papa prima di perdere la vista per una grave malattia genetica, realizzato anche grazie all’Unitalsi

Arriva dall’Ohio, Lizzy Myers, 6 anni e una grave malattia genetica, la Sindrome di Usher di tipo 2, che presto la renderà cieca e sorda. Nel suo cuore di bambina, il desiderio di incontrare almeno una volta Papa Francesco; desiderio che si è realizzato questa mattina, 6 aprile, quando il pontefice l’ha incontrata, insieme alla sua famiglia, in occasione dell’udienza generale in piazza San Pietro. Al suo fianco, con la sorellina Kayla, i genitori Steve e Christine Myers, che in una conferenza stampa al termine dell’incontro hanno ringraziato l’Unitalsi di Roma «per la splendida accoglienza e per averci dato la possibilità di incontrare il Papa. Speriamo di riuscire a rispondere al loro invito di andare presto a Lourdes in pellegrinaggio. Quello che è accaduto in questi giorni è stato un vero e proprio miracolo, nostra figlia Lizzy ha avuto l’opportunità di incontrare il Pontefice che le ha benedetto gli occhi. Noi l’abbiamo ringraziato regalandogli un frammento di meteorite che abbiamo raccolto in Ohio».

Attorno al desiderio di Lizzy si è scatenata nelle scorse settimana una vera e propria gara di solidarietà, che  l’ha condotta fino a Roma, all’incontro con Francesco. L’Unitalsi di Roma si è messa a disposizione della famiglia in occasione del suo soggiorno romano, accompagnandola all’udienza di stamattina. La Turkish Airlines ha fatto dono alla famiglia Myers dei biglietti aerei per arrivare nella Capitale, mentre l’ospitalità è stata offerta dall’Appia Antica Resort. «Una storia commovente», la definisce il presidente dell’Unitalsi Roma Emanuele Trancalini. «Abbiamo messo a disposizione della famiglia Myers i nostri mezzi per l’incontro con il pontefice – prosegue – e per fare comprendere ai genitori di Lizzy che non sono soli nella battaglia contro questa terribile malattia».

Con il Progetto Bambini, aggiunge Trancalini, «siamo spesso al fianco di famiglie che devono affrontare il dramma della malattia di un figlio e per questo sappiamo che la prima cura per loro è quella di non lasciarli soli. Abbiamo anche invitato la famiglia Myers a Lourdes in occasione del nostro consueto pellegrinaggio di ottobre per fare insieme un cammino di speranza e di fede». Per Alessandro Pinna, responsabile del Giubileo per l’Unitalsi, «il Giubileo della Misericordia è fatto anche da storie come questa della piccola Lizzy che ha messo in moto una gara di solidarietà e misericordia senza confini».

6 aprile 2016