Preghiera e misericordia

La relazione con Dio nella vita spirituale deve portare il sigillo del suo amore, sempre inclusivo e fecondo, per diventare familiarità. Parentela

La relazione con Dio nella vita spirituale deve portare il sigillo del suo amore, sempre inclusivo e fecondo, per diventare familiarità. Parentela

L’attività spirituale più importante e fondante la relazione tra Dio e gli uomini è senza dubbio la preghiera! Essa è talmente importante che in assenza è addirittura difficile, se non impossibile, poter parlare di vita spirituale, dove per “vita spirituale” è da intendersi l’insieme delle relazioni umane che definiscono l’uomo stesso come essere spirituale, in primis la sua relazione con Dio, senza dimenticare tutte le altre relazioni spirituali che ne scaturiscono, sopratutto con gli altri uomini. “Relazione” è quindi la parola chiave per comprendere la preghiera, universalmente parlando ma, nello stile di Dio Padre, la relazione con gli uomini, con i figli, prende un significato particolare che costituisce un “marchio di fabbrica” tutto particolare: relazione d’amore, misericordia infinita, cura senza limiti!

Dio stesso dice con chiarezza cosa vuole dagli uomini nella relazione con loro (Os 6,6 «Vvoglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più che gli olocausti»), tanto che Gesù stesso (Mt 9,13 e 12,7) riprende questo concetto per ribadire il necessario della relazione tra Dio e gli uomini: la Misericordia. Penso sia inutile ribadire che tutte le azioni di Dio sono motivate dalla sua immensa Misericordia, e quindi la sua relazione con gli uomini è espressione diretta della Sua misericordia come tutte le altre sue iniziative. È importante capire che Dio chiede agli uomini di usare quanta più misericordia possibile nei rapporti con Lui, sino a far diventare normativo amare Lui amando misericordiosamente i fratelli (Gv 15,9-17). La preghiera, a maggior ragione, deve portare il sigillo di quest’amore, questa misericordia che, anche se possiamo praticare in solitudine con Dio, non può assolutamente fermarsi ad un senso “esclusivo” ma deve essere sempre inclusivo e fecondo.

Nonostante la preghiera possa essere vista e considerata come un’attività “marginale” o addirittura superflua da un certo “sentire” odierno, essa è la realtà più importante di ogni religione, poiché con essa ed in essa l’uomo vive la sua relazione più profonda col divino e, tramite essa, l’uomo trova le vie per esprimere il meglio della religione stessa, lo specifico caratterizzante di ogni religione: nel buddhismo il fedele cercherà la sua relazione con la pace del nirvana, passando per la quiete e l’illuminazione; nell’induismo il fedele cerca la consapevolezza, accordando la sua scintilla vitale con il fuoco da cui è scaturita, dal brahman; il mussulmano sottomette la sua vita a Dio e ne cerca il senso nella sua volontà; l’ebreo esprime la sua appartenenza elettiva all’Altissimo ed Onnipotente, si riconosce come parte di un popolo da Lui guidato e custodito; nel cristianesimo la preghiera è il mezzo per alimentare e riconoscere quell’Amore divino che ci previene e ci supera e che ci chiama ad amare come Lui ci ama.

La misericordia divina, nell’amarci senza riserve, fa appello alla nostra figliolanza per alimentare il rapporto con Lui, come Gesù stesso ci insegna a fare insegnandoci come pregare (il Padre Nostro!), facendo della nostra preghiera molto di più che semplice relazione ed espressione. La preghiera in Gesù raggiunge il livello della relazione parentale, della familiarità, luogo dove la verità delle nostre relazioni, col divino e con l’umano, si stringono in un vincolo “di sangue”.

I richiami che Gesù fa alla verità della preghiera (Mt 6,5-15) sono inviti a centrare l’obiettivo nella relazione con Dio, con un Padre che “vede nel segreto” e “nel segreto ricompenserà”, un segreto che è intimità, confidenza, che tutti possono e devono vivere per assaporare quella misericordia che sente “dentro” i suoi, e desidera sempre tutto il bene per loro (1 Gv 3,1a – “Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!”). Una verità talmente importante che chi non vive questo “segreto” di intima misericordia, non può conoscere il Padre né i fratelli (1Gv 3,1b – “La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto Lui“).

Solo coloro che vivono la misericordia divina possono pregare con amore, incarnando nella preghiera, quanto più possibile, lo stesso amore, la stessa misericordia. Questa tensione e scambio d’amore è il centro della stessa vita cristiana, della Chiesa! Senza questo amore che porta l’altro all’Altro dentro di se non esisterebbe la preghiera cristiana, non esisterebbe la tensione e la cura che testimonia al mondo il “quid” del cristianesimo, lo stile cristiano che non è moda passeggera ma abito permanente di virtù, l’anima generosa e fedele del cristianesimo in se che non può fare altrimenti poiché, in altra via, semplicemente non sarebbe! Se cerchiamo un modo per capire ed assaporare l’Amore di divino, la Misericordia che ci “porta dentro” conoscendo, nel contempo, la verità che è la nostra vita, la nostra chiamata ad essere vita e partecipazione alla vita divina, la strada non può che partire dalla preghiera, dalla relazione con la fonte della Vita e dell’Amore.

Non esistono modi per raccontare quello che succede tra un’anima e Dio, se non mugugni inesprimibili che cercano di raccontare (vedi l’articolo sul riposo!), la bontà e la bellezza di questo mistero. Esistono però i buoni consigli, la buona direzione spirituale, l’esperienza ecclesiale, i Santi, che possono dire a tutti la strada da percorrere, raccontare la dolce esperienza del dono della preghiera nonostante la nostra insufficienza (“Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza;non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili” Rm 8,26-39). Esistono figli di Dio, uomini e donne giusti che, forti della loro esperienza vitale della Misericordia di Dio, si struggono d’amore nella preghiera a vantaggio per i fratelli affinché la stessa Misericordia arrivi a tutti. Apriamo il cuore e cominciamo a pregare, il resto verrà da solo insieme all’Amore!

16 febbraio 2016