Riapre a Ognissanti il centro di accoglienza per donne

All’inaugurazione presente l’elemosiniere del Papa, monsignor Konrad Krajewski. Nei giorni di freddo intenso, porte aperte sempre

All’inaugurazione presente l’elemosiniere del Papa, monsignor Konrad Krajewski. Nei giorni di freddo intenso, porte aperte sempre 

Ambienti confortevoli, una cucina che potrebbe fare invidia ad un ristorante, una dispensa fornitissima, una sala da pranzo ospitale, due accoglienti camere da letto con armadietti e 10 letti a castello per un totale di 20 posti. È la Casa di Accoglienza per sole donne “Don Orione” della Parrocchia di Ognissanti all’Appio Latino, che ha riaperto i battenti mercoledì 9 dicembre. Presenti all’inaugurazione don Flavio Peloso, superiore generale dell’Opera don Orione e l’elemosiniere del Papa, monsignor Konrad Krajewski il quale, dopo aver celebrato la Messa e incontrato i volontari che svolgono attività caritative in parrocchia, ha cenato con i primi ospiti della casa.

Il centro è nato per far fronte all’emergenza freddo e accogliere chi è costretto a vivere in strada: ha iniziato la sua attività nel 2007. L’idea, però, era nata nel 2004 in occasione della canonizzazione di don Luigi Orione da parte di Papa Giovanni Paolo II. Inizialmente nella struttura c’erano solo otto posti letto. Gradualmente si è giunti a 20 e al momento sono tutti occupati. Tra le ospiti molte donne dell’Europa dell’est, soprattutto dall’Ucraina e dalla Romania, un’italiana di 40 anni, una profuga dell’Armenia. A Roma è uno dei pochi centri per l’emergenza freddo riservato solo alle donne. La casa è gestita da 40 volontari del Movimento Orionino Volontari, uno dei quali, a turno, dorme sempre con le ospiti: oltre ad un posto per ripararsi dal freddo, offre gratuitamente a chi ne ha bisogno un centro di ascolto, pasti caldi e la possibilità di curare l’igiene personale.

Solitamente è aperto dai primi giorni di gennaio a fine maggio. «Per l’Anno della Misericordia abbiamo deciso di aprirlo un mese prima – dice il parroco di Ognissanti don Francesco Mazzitelli -. Abbiamo voluto far ripartire le attività il giorno dopo l’apertura della Porta Santa di San Pietro». In questi otto anni di attività ha accolto 14.310 donne, 2.112 solo lo scorso anno. Non poche le italiane che sono passate per la struttura. Molte si erano allontanate da casa per problemi familiari e in alcuni casi l’intervento dei parroci e dei volontari è stato prezioso per ricostruire un rapporto con la famiglia di origine.

Tante le ex badanti che si sono improvvisamente trovate per strada dopo la morte del loro assistito. Le ospiti, che cambiano ogni mese, possono accedere alla struttura tutti i giorni dalle ore 19 per la cena e devono lasciare il centro la mattina alle 8 dopo la colazione. Usufruiscono di un servizio doccia e cambio biancheria. «Naturalmente gli orari non vengono rispettati in giornate di particolare freddo – sottolinea don Francesco -. In questi casi, come durante la nevicata del 2012, la casa di accoglienza resta aperta tutto il giorno». Gli ospiti, di solito, durante la giornata cercano lavoro.

«In passato siamo anche riusciti a trovare un impiego ad alcune di loro – ha detto il parroco – ma con la crisi è diventato più difficile poterle aiutare in questo senso». Come spesso accade sono i volontari che tutti i giorni si avvicendano per pulire, cucinare, accogliere, ascoltare e fare compagnia alle ospiti, a guadagnarci di più in termini di gratitudine e riconoscenza. «Entrare in relazione con queste persone – afferma don Francesco – ci offre una nuova visione della vita. Ci fa apprezzare quello che abbiamo. Noi non facciamo un servizio, ma è un modo per restituire a Dio la misericordia che lui ha usato con noi».

 

16 dicembre 2015