San Giovanni Paolo II, missionario e testimone dell’amore di Cristo
La concelebrazione presieduta dall’arcivescovo Marini a Santa Maria del Popolo, nella festa liturgica. «La sua memoria, invito a incontrarlo di nuovo»
La concelebrazione solenne presieduta dall’arcivescovo Marini a Santa Maria del Popolo, nel giorno della festa liturgica. «La sua memoria, invito a incontrarlo di nuovo»
A 10 anni dalla morte, l’associazione italo-polacca Totus Tuus ha ricordato Giovanni Paolo II con una solenne concelebrazione nella basilica parrocchiale di Santa Maria del Popolo ieri, giovedì 22 ottobre, festa liturgica del pontefice santo. A presiedere l’arcivescovo Piero Marini, attualmente presidente del Pontificio Comitato per i Congressi eucaristici internazionali, già maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie di Papa Giovanni Paolo II, testimone della sua santità. «La Chiesa vuole che noi contempliamo la figura di Giovanni Paolo II, missionario e straordinario testimone dell’amore di Cristo», ha sottolineato il presule nell’omelia, ricordando come lui «sia stato non solo un santo, ma un amico e un secondo padre. La memoria di san Giovanni Paolo II in questa celebrazione è invito per tutti a incontrarlo di nuovo, a riflettere sulla sua vita e sulla sua azione per comprendere il senso delle sue parole, a rileggere i suoi gesti e gli avvenimenti che hanno accompagnato la sua esistenza».
Monsignor Marini ha citato più volte i discorsi del Papa polacco nel suo intervento, ricordando il «fuoco» per l’evangelizzazione che ha testimoniato nel suo mandato. «Egli è stato soprattutto un pastore missionario e sull’esempio del suo Signore durante tutta la vita ha gettato sulla terra il fuoco dell’annuncio evangelico». Indimenticabile la sua testimonianza accettando la sofferenza per amore della Chiesa, ha ricordato monsignor Marini, riportando alla memoria la Pasqua 2005 con le immagini della Domenica delle Palme, di quel Venerdì santo passato nella cappella privata con il mano il crocifisso, e la muta benedizione della domenica di Pasqua, quando «attraverso tutto il dolore, si vedeva rifulgere la promessa delle risurrezione, della vita eterna».
Hanno concelebrato con monsignor Marini padre Edmondo Michalski, superiore generale della congregazione dei Missionari della Sacra Famiglia, e il parroco della basilica, padre Amedeo Eramo. Erano presenti anche le superiore di vari conventi polacchi con sede a Roma, i collaboratori della postulazione per la causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II, i rappresentanti della Fondazione Giovanni Paolo II e della diplomazia polacca a Roma. Ad animare la celebrazione, i canti del Coro e orchestra di barocco di Lublin con musiche e canti tradizionali polacchi cari a Giovanni Paolo II.
23 ottobre 2015