Santi Simone e Giuda Taddeo, nuovo anno nel segno dell’accoglienza

La comunità di Torre Angela riprende il cammino mettendo al centro tre priorità: i poveri, «sempre più numerosi», i giovani e le famiglie

La comunità di Torre Angela riprende il cammino mettendo al centro tre priorità: i poveri, «sempre più numerosi», i giovani e le famiglie

Punta sull’accoglienza il nuovo anno pastorale della comunità dei Santi Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela, che festeggia in questi giorni la festa patronale. E lo fa a partire da tre priorità, raccogliendo gli stimoli lanciati dai ripetuti inviti di Francesco ad «aprire le porte», riferisce il parroco, don Luigi Storto. La prima: i poveri, «sempre più numerosi», senza distinzione tra italiani e immigrati, cattolici, cristiani di altre Chiese e musulmani. «Insieme con il centro di ascolto, che è stato potenziato – spiega il parroco -, è attiva una mensa festiva, invernale ed estiva, che serve, con l’aiuto di tanti parrocchiani a turno, oltre 120 pasti ogni domenica». Ancora, per l’accoglienza dei profughi «abbiamo adattato alcuni locali con un angolo cottura, bagno, doccia, riscaldamento e suppellettili. Già alcune famiglie di passaggio sono state ospitate; attendiamo ora le richieste della Caritas, in accordo con la prefettura».

Tra le priorità per la parrocchia di Torre Angela ci sono anche i giovani, italiani e non solo, per i quali si cerca di favorire l’integrazione tra le molte etnie presenti sul territorio. A cominciare da quella nigeriana, che conta molti cattolici e che da alcuni anni ha nel presbiterio parrocchiale un sacerdote della stessa nazionalità, che ne segue la cura pastorale. A tutti i giovani la comunità offre quattro oratori dislocati sul territorio, il doposcuola due volte alla settimana, il corso di lingua e cultura italiana, con incontri al mattino e alla sera, in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio, e «soprattutto un nuovo centro giovanile che sta per iniziare le sue attività di incontro, dialogo, formazione e festa, gestito dai giovani per i giovani», annuncia don Luigi.

L’ultima delle tre priorità individuate per il nuovo anno pastorale, «che richiede speciale accoglienza», è la famiglia. Già in preparazione della prima sessione del Sinodo, ricorda ancora il parroco, un gruppo di coppie e non solo si è messo al lavoro, «riflettendo, con l’aiuto di un viceparroco, sulla grande e complessa realtà che si presenta quotidianamente. Nel gruppo hanno lavorato a pieno titolo anche coppie con situazioni diverse, apportando il loro contributo di idee e di esperienza, suggerendo particolari percorsi di accoglienza e di condivisione». Ora il cammino prosegue, nel segno dell’apertura. Radunando la comunità intorno all’Eucaristia, «a partire dalla festa dei santi patroni».

6 ottobre 2015