Gli attacchi intensi dei giorni scorsi hanno danneggiato le stazioni di pompaggio dell’acqua che fornivano acqua pulita a 250mila persone nella parte orientale di Aleppo. L’allarme arriva da Hanaa Singer, rappresentante Unicef in Siria, che denuncia: «Oltre 100mila bambini sono stati costretti a bere acqua da fonti non sicure, o da fori superficiali nelle tubature o da pozze d’acqua che fuoriusciva dai tubi rotti». Privare i bambini di acqua pulita, continua, «li espone al rischio di epidemie di malattie legate all’acqua e si aggiunge alla sofferenza, alla paura e all’orrore che i bambini ad Aleppo vivono giorno dopo giorno».

Al momento l’Unicef sta supportando interventi urgenti per riparare i danni alle stazioni di pompaggio dell’acqua e ha preso parte a una missione con convogli inter-agenzie in 4 città: Madaya e Zabadani nella Damasco rurale e a Foah e Kefraya nel Governatorato di Idlib. A Madaya in particolare l’Unicef mancava da 5 mesi. «Dallo scorso aprile non siamo più potuti entrare – riferisce la nutrizionista Unicef Rajia Sharhan -. Sono stata lì a gennaio, i bambini erano affamati e nonostante i nostri frenetici sforzi abbiamo visto morire proprio sotto ai nostri occhi un giovane uomo. Nei mesi successivi sono ritornata quando è stato possibile accedere. Ma questa volta non so cosa possiamo trovare».

28 settembre 2016