Al Liceo Socrate tutti in classe

Lezioni in presenza per gli alunni delle due sedi, nonostante la mancanza dei banchi singoli. I ragazzi: «La scuola è sicura». Stop alle attività extracurriculari

Ore 12, 14 settembre. La campanella del Liceo Socrate, alla Garbatella, suona la fine del primo giorno di scuola dopo mesi di didattica a distanza, e il cortile antistante si riempie delle voci dei ragazzi, animati dal racconto delle novità di quest’anno. «La scuola è sicura, i professori ci hanno spiegato tutto, ci hanno anche fornito l’igienizzante e cinque mascherine a testa – racconta Giulia che frequenta, la quarta liceo classico -. Dentro siamo tutti distanziati, il problema sono la disattenzione e gli assembramenti una volta fuori da scuola». «Le classi sono entrate a scaglioni e abbiamo dei percorsi differenziati per classe per entrare e per uscire – spiegano Elena e Francesca, quinta scientifico – e per ogni persona che va in bagno, il professore deve segnare chi entra e chi esce». «Mi manca la parte bella della scuola, l’aspetto della socialità – confida con rimpianto Giorgia, del quinto liceo classico -. Siamo sempre seduti in aula, anche a ricreazione. E alcuni di noi non hanno neanche un banco».

La mancanza dei banchi singoli in sostituzione di quelli con la doppia seduta, non più utilizzabili per le regole del distanziamento, è una delle difficoltà logistiche che la scuola ha dovuto affrontare per poter avviare le lezioni in sicurezza. «Abbiamo temporaneamente risolto con l’utilizzo di sedie con un piano d’appoggio, nell’attesa che arrivino banchi singoli per tutte le classi – racconta Silvia Acerbi, vicepreside e docente di scienze motorie dell’istituto -. Siamo comunque riusciti a organizzare una didattica interamente in presenza per tutti gli studenti. Le accortezze e le attenzioni da avere sono tante, data la grande popolazione scolastica (circa 1.200 studenti suddivisi nella sede principale di via p. Reginaldo Giuliani e nella succursale, nel quartiere di Tor Marancia). Le disposizioni ministeriali non annullano le possibilità di contagio – prosegue Acerbi -. Certo è che l’insieme di norme ci aiuta ad affrontare la situazione».

Ai professori è stato chiesto di affiancare alla programmazione della didattica tradizionale anche la progettazione della cosiddetta «didattica digitale integrata, che includerà le modalità e il tipo di didattica che svolgeremo se rientreremo anche solo parzialmente in modalità a distanza», spiega Massimo Gargiulo, docente di greco e latino del Socrate. «Porteremo tutto ciò che di utile la didattica a distanza ci ha fatto scoprire – afferma ancora la vicepreside -. Prenderemo spunto da attività fatte durante il lockdown per sfruttare le potenzialità del digitale anche in presenza». Un’eredità positiva lasciata dalla didattica, seppur difficoltosa, dell’anno passato: «l’utilizzo di piattaforme, la produzione e condivisione di materiali e tutta una serie di strategie didattiche più o meno nuove, strumenti che nei mesi scorsi abbiamo conosciuto meglio e imparato ad apprezzare e che affiancheremo ora alla didattica più tradizionale», annuncia Gargiulo. Un altro aiuto offerto dalla tecnologia sarà per i testi scolastici, che «non potranno più essere utilizzati in condivisione tra i ragazzi, come avveniva in passato – racconta Acerbi -. Daremo allora la possibilità agli studenti di portare i propri supporti digitali coi quali consultare i libri in formato digitale».

Subiranno una drastica limitazione anche le attività extracurricolari della scuola, impegnata da anni, tra l’altro, nell’organizzazione di conferenze e incontri, aperti anche al territorio, tra gli studenti ed eminenti personalità della cultura: «Le attività in presenza saranno ridotte unicamente all’orario scolastico, a discapito del senso di comunità e di aggregazione che le occasioni extrascolastiche creavano – confida la vicepreside – ma speriamo di trovare modalità perché le proposte culturali e di aggregazione per i nostri studenti possano continuare almeno a distanza».

Novità e cambiamenti, qualche preoccupazione e molte speranze nella ripresa delle lezioni, che interpellano il senso di responsabilità di ognuno perché non si torni indietro. Cosa auspicate come docenti per il nuovo anno scolastico? «Speriamo che comunque si possa proseguire in presenza – confida ancora Gargiulo -. Un risvolto estremamente negativo dell’interruzione della didattica in presenza la scorsa primavera è stato che i ragazzi con più fragilità, in quella modalità, fanno molta più fatica e si perdono molto di più. È una cosa che non ci possiamo né vogliamo permettere – conclude -. La scuola deve funzionare per tutti e innanzitutto per loro».

15 settembre 2020