Anziani, Sant’Egidio: potenziare l’assistenza, unendo pubblico e privato

Il programma Viva gli anziani, per superare l’isolamento sociale degli over 65, causa della più alta mortalità nei mesi estivi. 6.400 le persone assistite a Roma

«Quando il nostro Pese non attua una politica di visti per motivi di lavoro o per formare persone in grado di assistere i nostri anziani, i più vulnerabili o le persone non autosufficienti, mi chiedo se non si stia veramente dimenticando dei propri cittadini. È un problema serio che poniamo all’attenzione di chi ci governa e degli altri Paesi Europei. È una politica miope quella che continua a non immaginare la presenza di persone straniere per la cura delle persone anziane». Così il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, che questa mattina, martedì 9 luglio, nel corso di una conferenza stampa nella sede della Comunità oltre Tevere ha posto l’attenzione sulla necessità di creare una rete per superare l’isolamento sociale degli anziani, causa principale della più alta mortalità degli over 70 nei mesi estivi.

In Italia gli over 65 sono 13 milioni e 600mila. Di questi, 5 milioni vivono con il proprio coniuge, 4 milioni da soli e 4,6 milioni con i figli. Per tutelare gli over 65 la Comunità di Trastevere ha lanciato nel 2004 il programma Viva gli anziani che solo a Roma assiste 6.401 persone nei quartieri Esquilino, Monti, Testaccio, Trastevere, grazie anche al sostegno della onlus Enel Cuore. In Italia, invece, il progetto abbraccia 13.787 over 65 residenti a Novara, Genova, Amatrice, Civitavecchia, Napoli, Brindisi, Catania e Sassari, accuditi da 40.100 persone tra volontari, medici, portieri, commercianti, vicini di casa. Tra questi, numerosi sono giovani e il rapporto «intergenerazionale si sta dimostrando davvero molto fecondo», ha rivendicato Impagliazzo.

Il presidente di Sant’Egidio ha inoltre rimarcato che le ondate di calore non rappresentano più una novità in Italia «eppure l’intervento preventivo a favore dei più deboli, anziani in primo luogo, funziona molto poco. Le reti di sostegno pubbliche e dei cittadini a protezione delle persone più vulnerabili non sono sufficienti». Nello specifico, Impagliazzo ha ricordato che nel 2015 e nel 2017 durante le ondate di calore la mortalità degli ultra 75enni in tutta Roma si è alzata. «Nei quartieri dove è attivo il programma “Viva gli anziani” l’incremento è stato inferiore al 50% – ha detto -. Inoltre per gli anziani coinvolti nel progetto si può stimare una riduzione del tasso di ospedalizzazione pari al 10%». Tra i punti di forza del programma, oltre ai costi «contenuti» – 81 euro all’anno per anziano -, anche la «forza della replicabilità» in altre città. Da ultimo poi il presidente della Comunità di Trastevere ha posto l’accento sulla necessità di «potenziare il sistema di welfare per l’assistenza sociale e sanitaria, unendo le forze del pubblico e privato per incontrare il maggior numero di persone che vivono in isolamento».

Un problema, quello dell’isolamento degli anziani, per il quale da anni Sant’Egidio propone soluzioni abitative alternative al ricovero in case di riposo, come i condomini protetti e il co-housing, che rispondono anche a una società «sempre più chiusa e individualista», ha aggiunto Impagliazzo. Sofia Soli, 86 anni, da oltre dieci anni volontaria della Comunità e del programma “Viva gli anziani”, da due mesi ha deciso di lasciare la sua «grande casa» dove viveva da sola per andare a fare l’esperienza del co-housing. «Non nego che è stata una decisione sofferta – ha detto – ma ora sono contenta, mi sento tranquilla, sono sempre in compagnia. Essere una delle volontarie del progetto poi mi gratifica perché alla mia età sentirsi utile è davvero importante».

9 luglio 2019