Azione cattolica: il presidente romano Di Tommasi racconta l’abbraccio del Papa

Confermatoalla guida dell’associazione diocesana, indica le coordinate del cammino che continua, in vista del Giubileo: un «impegno ad accogliere e accompagnare»

Un cammino che continua, nella cura e nella testimonianza. Così Marco Di Tommasi, riconfermato lo scorso 9 aprile presidente dell’Azione cattolica diocesana per il triennio 2024-2027, definisce il suo incarico, accolto «con profonda gratitudine al Signore e con entusiasmo». A sostenere la forte motivazione «a camminare insieme con gioia e generosità come associazione anche in vista del Giubileo», è per Di Tommasi «l’abbraccio, segno di una intimità e di un rapporto speciale, ricevuto dal nostro vescovo Papa Francesco» in occasione dell’incontro nazionale del 25 aprile denominato “A braccia aperte”, per dire «l’impegno ad accogliere e accompagnare le tante persone che ci sono affidate, facendo crescere tutti nell’amicizia».

Agli 80mila membri dell’Ac presenti in piazza San Pietro, Francesco ha raccomandato di essere, «da laici e senza protagonismo, nel nostro quotidiano e anche nel silenzio – riferisce Di Tommasi -, impegnati nelle vicende del mondo e della storia, ricchi di una grande tradizione».

L’incontro con il Papa ha fatto da prologo ai lavori della XVIII Assemblea nazionale elettiva dell’Ac, che ha avuto luogo a Sacrofano, alla Fraterna Domus, dove mille delegati provenienti da tutte le diocesi d’Italia hanno eletto il Consiglio nazionale dell’Azione cattolica italiana. «Alla luce del tema guida “Testimoni di tutte le cose da lui compiute” – continua il referente diocesano -, ci siamo stretti intorno al Signore come salendo con lui sul monte Tabor ma non per estraniarci né per astrarci dalla realtà, bensì per recuperare uno sguardo contemplativo che ci permette di entrare con efficacia nel nostro tempo ordinario per la nostra missione apostolica».

Guardando infatti a quanto auspicato «dal Concilio Vaticano II – dice ancora Di Tommasi -, il ministero dell’Ac non è un amministrare ma un mettersi al servizio con l’autonomia e la corresponsabilità che interessa noi laici, con lo scopo di far sapere a tutti che la chiamata alla santità riguarda ogni persona». Da qui «l’impegno a costruire rapporti fraterni e mai di giudizio, portando come un privilegio la nostra testimonianza, a cominciare dai condomini, dai luoghi di lavoro, tra i nostri amici perché è in questi ambienti che ci è chiesto di operare».

Con tali propositi si apre dunque «questo nuovo triennio – conclude il presidente -, che vedrà in primo luogo la presidenza impegnata nella pianificazione delle attività estive e, a seguire, del tempo che sarà santificato dal Giubileo».

7 maggio 2024