Contro la tratta, per restituire dignità a chi ne è stato privato

La veglia nella memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita e l’Angelus con il Papa. La testimonianza di una suora: le vittime «non vogliono un futuro migliore, vogliono essere migliori loro, perché si sentono indegne, non volute, non necessarie»

Due ore di canti, colori, danza, testimonianze e preghiera. È stata tutto questo la veglia “Insieme contro la tratta di persone” che si è tenuta nella basilica di Sant’Antonio a via Merulana in occasione della memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, venerdì 8 febbraio. Un evento che ha poi avuto un seguito nella marcia che si è snodata ieri, domenica 10, da Castel Sant’Angelo a piazza San Pietro, dove i partecipanti hanno potuto ascoltare la preghiera e l’appello del Santo Padre all’Angelus.

Veglia contro la tratta 2019Veglia contro la tratta 2019Veglia contro la tratta 2019Veglia contro la tratta 2019

 

 

 

 

Proprio il video della Rete mondiale di preghiera del Papa nel quale il Pontefice si è unito alla giornata di preghiera e riflessione per le vittime della tratta, della prostituzione forzata e della violenza ha aperto la veglia, presieduta da padre Michael Czerny, sottosegretario del dicastero per lo Sviluppo umano integrale, che si occupa di profughi e migranti. «Preghiamo perché il Signore scaldi i cuori, orienti gli occhi a vedere le catene, incoraggi i piedi ad avvicinarsi a chi soffre, dia energia alle mani di coloro che vogliono la guarigione e la liberazione di quanti sono schiavizzati e oppressi», ha detto il gesuita introducendo la veglia. Catene colorate sull’altare, a simboleggiare la schiavitù che ha affligge tutti e cinque i continenti, e una blu a circondarlo, emblema del lavoro “Insieme” di quanti sono impegnati a spezzare quelle inumane della tratta. E ancora, candele altrettanto colorate, giovani con una maschera bianca e scritte emblematiche a rappresentare le vittime senza volto e senza dignità, la danza semplice di cinque suore Figlie di Maria Ausiliatrice che hanno consegnato il libro del Vangelo a monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi.

Veglia contro la tratta 2019

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Coreografie che si sono alternate ai momenti di preghiera e alle testimonianze: quella di una giovane sudafricana che fa parte di Talita Kum, la rete internazionale che lavora per contrastare la tratta; quella di una ragazza albanese di 23 anni, membro della Comunità Papa Giovanni XXIII che da 4 anni segue il servizio antitratta dell’associazione fondata da don Benzi; infine, quella di due religiose che operano nel Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria e nel Centro di accoglienza straordinaria di Torrenova. In particolare, suor Maria Goretti, polacca, ha raccontato il suo impatto con le ragazze nel Cas: «Ero piena di idee, di belle idee. Mi ero portata un questionario, facevo domande… Poi una mi ha detto chiaramente: “Smettila di farci domande stupide, prima insegnaci a leggere e scrivere”. È stata un’esperienza umiliante, ho capito che non dovevo stare lì per loro ma con loro, ascoltare i loro bisogni. E sapete qual è il loro sogno più grande? Non i soldi, una famiglia, un lavoro… “Voglio essere migliore”. Non vogliono un futuro migliore, vogliono essere migliori loro, perché si sentono indegne, non volute, non necessarie».

Veglia contro la tratta 2019

Veglia contro la tratta 2019

Veglia contro la tratta 2019

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Restituire dignità a chi ne è stato privato: questo è il primo impegno di tanti volontari che in tutto il mondo lottano contro le moderne forme di schiavitù. Un impegno che, come ha affermato in chiusura padre Czerny, «in molti modi il Papa ha incoraggiato, stimolato, guidato e ora ci manda in missione per fare rete e rispondere alle sfide che ci attendono». Lo stesso Francesco ha richiamato questi concetti ieri dopo l’Angelus ricordando la giornata contro la tratta da lui istituita cinque anni fa e lanciando l’ennesimo appello ai responsabili civili di tutti i Paesi: «”Insieme contro la tratta” – ha detto il pontefice – invita a unire le forze per vincere questa sfida. Ringrazio tutti coloro che combattono su questo fronte, in particolare tante religiose. Faccio appello specialmente ai governi, perché siano affrontate con decisione le cause di tale piaga e siano protette le vittime. Tutti però possiamo e dobbiamo collaborare denunciando i casi di sfruttamento e schiavitù di uomini, donne e bambini». Francesco ha infine recitato la preghiera a santa Bakhita che aveva fatto distribuire ai fedeli in piazza.

11 febbraio 2019