De Donatis: sette anni da vicario
I principali momenti che dal giugno 2017 hanno scandito il cammino del cardinale nel suo incarico di più stretto collaboratore di Francesco al servizio della diocesi
Impossibile ripercorrere i tanti eventi che hanno visto protagonista il cardinale De Donatis nei quasi sette anni del suo «generoso servizio» da vicario del Papa per la diocesi di Roma, ma possiamo scandire cronologicamente alcuni momenti a partire da quel 29 giugno 2017 in cui ha iniziato il suo ministero episcopale come più stretto collaboratore di Francesco per la Chiesa di Roma. Nel 2018, davanti al clero di Roma che dal settembre 2015 aveva già seguito da vescovo ausiliare, De Donatis illustra le tappe del percorso che attende la comunità ecclesiale diocesana negli anni successivi, a cominciare dall’anno dedicato alla memoria e alla riconciliazione. È il tempo in cui la Chiesa di Roma viene coinvolta in un esercizio collettivo sulla memoria degli ultimi 50 anni e dei suoi frutti, in cui si si inserisce anche una collana di libri su alcuni ambiti fortemente voluta dal cardinale. De Donatis, nel tracciare il percorso, parla di una “settimana di anni”, quelli che separano dal Giubileo del 2025, e indica il Libro dell’Esodo come paradigma di questo itinerario e come filo conduttore la “Evangelii gadium” di Papa Francesco. Un percorso in cui più avanti si innesterà il cammino sinodale ancora in corso, per la Chiesa di Roma, per quella italiana e per quella universale.
Sempre nel 2018, vale la pena segnalare l’intervento del cardinale all’apertura della causa di beatificazione di Chiara Corbella, la giovane mamma morta per aver rinunciato alle cure salvando la vita del piccolo che aveva in grembo, e alle catechesi sull’esortazione apostolica “Gaudete et exsultate”, ma anche la presa di possesso del titolo cardinalizio di San Marco al Campidoglio, la “sua” parrocchia nel cuore della Città eterna. L’anno successivo è quello dell’ascolto del “grido della città” – di giovani, famiglie, poveri – e De Donatis pone al centro lo slogan “Abitare con il cuore la città” per avviare uno stile nuovo di presenza pastorale, chiedendo l’avvio delle équipe pastorali in ogni parrocchia. Il 10 ottobre 2019 presiede la Messa a San Giovanni in Laterano per i 40 anni della Caritas di Roma, con l’invito a «costruire sentieri e cammini di giustizia sociale ed equità, chiedendo e cercando di restituire la dignità alle persone». Ma è anche il tempo della riflessione sulla Laudato si’, grazie a una serie di incontri nella cattedrale, e della gratitudine per i 25 anni del consultorio familiare diocesano Al Quadraro.
Il 2020 è l’anno più difficile, con l’esplosione della pandemia di Covid-19 e le connesse limitazioni, anche nelle celebrazioni e nella vita pastorale: De Donatis, egli stesso colpito dalla malattia e ricoverato in ospedale, invita a una giornata di preghiera e digiuno, due settimane prima dello storico momento straordinario di preghiera di Papa Francesco del 27 marzo 2020 in una piazza San Pietro deserta. Settimane e mesi difficili da dimenticare, per il carico di dolore che hanno portato e per la crisi economica che ne consegue. È il tempo dell’accompagnamento di tante persone in difficoltà. Il sostegno della Chiesa di Roma si concretizza grazie al Fondo Gesù Divino Lavoratore istituito dal Papa, che De Donatis presenta alla stampa il 12 giugno 2020. Anche gli orientamenti pastorali recano l’inevitabile riflesso della grave situazione che attraversa il Paese. Il cammino, spiega il cardinale, riprende all’insegna di quattro verbi: «Respirare, uscire, incontrare, abbracciare».
Alla fine del 2021 De Donatis presenta la nuova veste del Palazzo Lateranense, di cui si avvia la valorizzazione con visite guidate ed eventi culturali. Il 25 febbraio 2022 il cardinale interviene alla preghiera per la pace in Ucraina, di fronte a una guerra che ancora oggi, a distanza di oltre due anni, insanguina quelle terre. In Quaresima conclude i cinque incontri di Nembrini su “I Promessi Sposi” per riflettere sulla misericordia. In estate, celebra la Messa al X Incontro mondiale delle famiglie, ringraziando per la vitalità della famiglia cristiana. Inizia ad animare i tavoli di ascolto sinodale; indica le icone di Emmaus e Betania per accompagnare il successivo anno pastorale; accoglie il corpo di don Andrea Santoro (ucciso in Turchia nel 2006) nella parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio; guida la commemorazione diocesana per la morte di Benedetto XVI.
Siamo al 2023, l’anno della nuova costituzione apostolica sull’ordinamento del Vicariato In Ecclesiarum communione. De Donatis interviene alle catechesi quaresimali in cattedrale sulle letture di Leopardi e nella Via Crucis con i senza dimora a Ostia, celebra la Messa per i 40 anni del diaconato permanente e quella per i 30 anni delle catechesi dei “10 comandamenti”, propone una meditazione al Rosario per la pace in Medio Oriente, avvia le celebrazioni per i 1700 anni della basilica di San Giovanni in Laterano, inaugura il Pastificio Futuro, nel carcere minorile di Casal del Marmo, e interviene al convegno per i 10 anni della Evangelii gaudium.
Il 2024 inizia con l’incontro del Papa per il clero di Roma. E sempre per il clero De Donatis guida la liturgia penitenziale, invitando i sacerdoti a donarsi «a favore di tutto il popolo che ci è affidato». A febbraio rivolge una lettera ai romani a 50 anni dal celebre convegno diocesano sui “mali di Roma” auspicando una «città di tutti» e interviene alle catechesi quaresimali dedicate a Pinocchio. In marzo il cardinale guida la visita ad “limina” dei vescovi del Lazio, presiede la Messa nella Giornata in memoria delle vittime del Covid e la celebrazione per i funerali di monsignor Strazzari, che fu rettore del Redemptoris Mater.
Subito dopo Pasqua, dal 2 al 5 aprile, il viaggio con un gruppo di sacerdoti in Ungheria: l’ultimo atto nella diocesi di Roma. Ancora con il clero, alla cui cura pastorale De Donatis ha dedicato larga parte del suo ministero: prima da padre spirituale, poi da vescovo ausiliare e quindi da cardinale vicario. Il giorno dopo il rientro in Italia, la nomina alla guida della Penitenzieria Apostolica, il più antico Dicastero e il primo dei Tribunali della Curia Romana. Sabato 20 aprile lo attende il saluto della comunità ecclesiale della diocesi di Roma nella basilica di San Pietro.
15 aprile 2024