Francesco: i preti, «coristi, non solisti»

Il discorso ai futuri sacerdoti della diocesi di Roma, che avrebbe dovuto ricevere in un’udienza poi annullata per un «lieve stato influenzale»: l’invito a essere «fedeli cooperatori», a coltivare una «coscienza diaconale» e a vivere sotto la guida dello Spirito

Papa Francesco ha indicato la via da seguire ai futuri nuovi sacerdoti della diocesi di Roma, la cui ordinazione avverrà tra meno di due mesi. Cooperazione, servizio, affidamento i tre punti cardinali della bussola che li guiderà nel loro impegno pastorale; tre indicazioni contenute nel discorso che il vescovo di Roma aveva preparato per i diaconi ordinandi presbiteri che avrebbe dovuto ricevere in udienza sabato 24 febbraio. Bergoglio si è però visto costretto ad annullare tutte le udienze della giornata di sabato «a causa di un lieve stato influenzale», come comunicato in mattinata dalla Sala stampa della Santa Sede. La Messa con le ordinazioni presbiterali, presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis, sarà celebrata nella basilica di San Pietro sabato 20 aprile alle ore 18.

Il primo invito di Francesco è quello di essere «fedeli cooperatori» fuggendo dalla tentazione di voler comandare. Ha messo in guardia i diaconi dal pericolo di considerarsi «leader» della Chiesa, la quale «è un mistero di comunione», ha scritto ricordando gli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Il presbitero è pertanto «testimone di questa comunione. Coristi, insomma, non solisti; fratelli nel presbiterato e preti per tutti, non per il proprio gruppo» le parole del pontefice cha ha anche esortato i diaconi a continuare la loro formazione sacerdotale, «non da soli», ma in comunione con altri sacerdoti, anche per imparare a non gestire il ministero pastorale «per conto proprio».

Nel testo Bergoglio pone l’accento su un secondo aspetto del sacerdote che oltre a essere guida deve anche essere servo del popolo di Dio. «Il diaconato è la base su cui si fonda il sacerdozio – ha ricordato -. Sarete preti per servire, conformati a Gesù». Il Papa ha quindi invitato i futuri presbiteri a coltivare una «coscienza diaconale» che si traduce in disponibilità, rinuncia ai propri piani e apertura alle sorprese di Dio. Il servizio sacerdotale non è un lavoro d’ufficio «preparato a tavolino», ma «un’avventura eucaristica», un dono quotidiano di sé stessi che deve essere accompagnato da gesti concreti di accoglienza, compassione e tenerezza, in «uno stile che parla coi fatti più che con le parole». L’amore per il prossimo non deve essere motivato da «secondi fini», il monito del vescovo di Roma, ma sgorgare dalla consapevolezza che ogni persona è un dono unico e meraviglioso di Dio.

L’ultimo consiglio ai futuri sacerdoti è quello di vivere sotto la guida dello Spirito Santo. «Allo Spirito, che discenderà su di voi, è importante dare sempre il primato – ha esortato il Papa -.  Altrimenti, quando si conta sulle proprie forze, si rischia di trovarsi con un pugno di mosche in mano». L’unzione dello Spirito Santo, ricevuta nell’ordinazione, deve essere rinnovata quotidianamente attraverso la preghiera, l’adorazione e l’ascolto della Parola, ha spiegato Francesco, perché solo rimanendo in Cristo, i sacerdoti potranno essere davvero «uomini di Dio».

26 febbraio 2024