Francesco in visita alla chiesa anglicana All Saints

L’appuntamento domenica 26 febbraio, quattro mesi dopo l’incontro con l’arcivescovo Welby. La collaborazione con la parrocchia di Ognissanti

L’appuntamento nel pomeriggio di domenica 26 febbraio, quattro mesi dopo l’incontro con l’arcivescovo Welby. La collaborazione con la parrocchia di Ognissanti

Visita storica di Papa Francesco alla All Saints Church di Roma. Alle 16 di domenica 26 febbraio, per la prima volta un pontefice varcherà la soglia della chiesa anglicana di via del Babuino 153, tra piazza di Spagna e piazza del Popolo, che fa parte della diocesi in Europa dell’arcidiaconato di Italia e Malta e rappresenta la più grande comunità anglicana in Italia. I suoi predecessori, san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, avevano visitato, rispettivamente, la Cattedrale di Canterbury e l’abbazia di Westminster.

La visita di Francesco rientra nelle celebrazioni organizzate per il bicentenario della chiesa e non vuole essere un formale incontro celebrativo ma un momento di fraternità nella preghiera, ascolto e dialogo reciproco. Avviene quattro mesi dopo l’incontro con l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby con il quale il pontefice celebrò i vespri nella chiesa dei Santi Andrea e Gregorio al Celio dopo aver firmato una dichiarazione congiunta sulla volontà comune di superare gli ostacoli dottrinali ancora esistenti e proseguire in un ecumenismo concreto su tematiche condivise.

Ad accogliere Bergoglio ci saranno il vescovo Robert Innace, responsabile per la Chiesa anglicana in Europa, il suo suffraganeo, il vescovo David Hamid, l’arcivescovo David Moxon, direttore del Centro anglicano di Roma, il cappellano, il reverendo Canon Jonathan Boardman, e il suo assistente, il reverendo Dana English.

L’incontro si aprirà con la benedizione di un’icona di Cristo Salvatore appositamente commissionata per il bicentenario di All Saints all’artista Ian Knowles, direttore del Centro Icona Betlemme; previsti inoltre il rinnovo delle promesse battesimali, lo scambio della pace e la recita del “Padre Nostro”. Alcuni membri della comunità anglicana rivolgeranno al Santo Padre delle domande. «Siamo molto felici, chi non desidera la visita del Santo Padre?» afferma padre Johnatan ricordando che un primo invito per i duecento anni della chiesa fu rivolto a Francesco subito dopo la sua elezione.

Tra le due comunità «c’è una relazione nata 50 anni fa, maturata nel tempo e tradotta negli eccellenti rapporti odierni» confermati dalla collaborazione iniziata nel 2002 tra All Saint e la parrocchia di Ognissanti di via Appia Nuova, il cui titolare è il cardinale Walter Kasper, già presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Fu lui 15 anni fa ad avviare la cooperazione suggellata e formalizzata oggi con la firma di un gemellaggio. «Luigi Orione, il nostro santo fondatore, ci ha trasmesso l’ecumenismo della carità. Partendo da questo è nato il gemellaggio che in 15 anni ci ha visto collaborare a diverse iniziative tra le quali – spiega don Francesco Mazzitelli, parroco a Ognissanti -. All Saint ha contribuito alla realizzazione, nella nostra parrocchia, della casa di accoglienza “Don Orione” che ospita 20 donne senza fissa dimora. Venerdì 17 febbraio con padre Johnatan, il vescovo Giuseppe Marciante, 15 volontari anglicani e 15 cattolici, siamo andati alla stazione Ostiense per distribuire la cena ai senza tetto». Questo gemellaggio, aggiunge padre Johnatan, «ci sprona a proseguire su questa strada e ho promesso che d’ora in poi saremo presenti ogni venerdì alla stazione Ostiense».

Per monsignor Marco Gnavi, incaricato diocesano dell’Ufficio per l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e i nuovi culti, in questo momento storico la visita riveste una grande importanza. «Viviamo un tempo di forti contrapposizioni e paure – ha detto – Questo incontro porta con sé un messaggio di speranza. Papa Francesco ha più volte manifestato la sua volontà ad interagire con la comunità anglicana per il bene comune dei popoli e il gemellaggio tra le due chiese è un segno eloquente per una città come Roma che raccoglie al suo interno molte confessioni diverse».

24 febbraio 2017