Il cardinale Feroci da Gerusalemme: «Stiamo tutti bene»

Il parroco del Divino Amore è in Terra Santa dal 5 ottobre con un gruppo di 47 persone. «Ieri, durante la celebrazione, aerei militari sono passati sulla chiesa. Abbiamo intensificato la preghiera». A Gerusalemme, «clima surreale: tutto chiuso, popolazione assente»

«Stiamo tutti bene. Abbiamo sentito le sirene di allarme anti missili e udito le esplosioni in lontananza ma al momento qui la situazione è tranquilla. Siamo lontani da Gaza». Così il cardinale Enrico Feroci al telefono da Gerusalemme. Il parroco di Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva e rettore del Seminario diocesano della Madonna del Divino Amore da giovedì 5 ottobre si trova in Terra Santa dove presiede il pellegrinaggio “Con Maria nella Terra di Dio”. Il gruppo è composto complessivamente da 47 persone. Organizzato dall’Opera romana pellegrinaggi (Orp) il viaggio si sarebbe dovuto concludere giovedì 12 ottobre ma «si stanno adoperando per riportarci in Italia» riferisce Feroci. I pellegrini dovrebbero rientrare a Roma già nella giornata di oggi, 10 ottobre. Dal porporato e dai fedeli un plauso «all’eccellente lavoro che sta svolgendo l’Orp. Ci sentiamo protetti. Stanno portando avanti un servizio molto efficiente. I pellegrini sono tranquilli perché si sentono tutelati».

Accompagnato da don Andrea Valori, cappellano del santuario di Castel di Leva, il gruppo, del quale fa parte anche padre Agostino Montan, non ha pienamente contezza di quanto sta accadendo. «Non avendo a disposizione i giornali – spiega Feroci -, non vedendo telegiornali, non percepiamo la paura e l’agitazione che hanno invece i familiari e gli amici in Italia che sono continuamente aggiornati su quanto accade e sono giustamente preoccupati». Il pellegrinaggio, iniziato da Nazareth, si è svolto in un clima di grande serenità. Partiti dalla Galilea e viaggiando verso Betlemme «non abbiamo notato nulla di particolare o che potesse impensierirci», prosegue il cardinale. La mattina di domenica 8 i pellegrini hanno lasciato Betlemme e sono arrivati a Gerusalemme «passando dall’ultimo check point aperto». Ieri mattina, 9 ottobre, Feroci ha presieduto la Messa nella chiesa della Madonna dell’Arca dell’Alleanza, nel villaggio di Kiryat Yearim, a 10 chilometri da Gerusalemme. «Durante la celebrazione aerei militari, aerei che portano morte, sono passati sulla chiesa – racconta il cardinale -. Abbiamo intensificato la preghiera per la pace e per tutti gli innocenti che stanno pagando le conseguenze di questo attacco contro Israele».

Nel pomeriggio, al termine della visita al Santo Sepolcro, le sirene di allarme anti missile sono risuonate a Gerusalemme e immediatamente dopo si sono udite le esplosioni dei razzi intercettati dal sistema di difesa Iron dome. «A Gerusalemme si vive un clima surreale – prosegue nel racconto il porporato -. È tutto chiuso, la popolazione è assente, per le strade pochissimo traffico. Ci sono solo alcuni gruppi di pellegrini. In città si percepisce grande tensione». La memoria del parroco di Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva torna al luglio del 2021, quando guidò il primo pellegrinaggio in Terra Santa dopo lo stop ai viaggi imposto dalla pandemia. «Le strade sono deserte come allora», conclude. Oggi i pellegrini trascorreranno la giornata in albergo in attesa di avere notizie sul primo volo che li riporterà a casa.

10 ottobre 2023