«Nell’incontro che avremo stasera con Papa Francesco non ci saranno discorsi, ci sarà una preghiera, e spero che lui ci dica una parola di incoraggiamento. Io dirò al Santo Padre: speriamo in una sua prossima visita in Iraq. Lì abbiamo bisogno della sua presenza e del suo sostegno». Il patriarca caldeo Louis Raphael I Sako descrive così all’Agenzia Fides le ore di attesa dell’incontro con il Papa, in programma per questa sera, 30 settembre, alle 18 ora locale a Tiblisi, nella chiesa di san Simone Bar Sabbae. Parteciperanno 12 vescovi caledi, reduci dal Sinodo annuale appena celebrato a Erbil, Capitale del Kurdistan iracheno.

Oltre ai fedeli della folta comunità assiro-caldea presente in Georgia, ad accogliere Papa Francesco ci saranno anche gruppi di fedeli caldei provenienti dagli Usa, dalla Francia e dal Canada, insieme a un gruppo di caldei che attualmente vivono in Iraq nella condizione di rifugiati, dopo aver dovuto abbandonare le loro case davanti all’avanzata dei jihadisti dello Stato Islamico. Durante la cerimonia, saranno recitati i vepri in lingua caldea.

Sono circa 10mila, informa l’Agenzia Fides, i cristiani appartenenti alle comunità caldee e assire che vivono in Georgia. Il loro iniziale radicamento nel Caucaso risale ai flussi migratori registratisi già nella prima metà del XIX secolo e potenziatisi all’inizio del XX secolo, con le persecuzioni subite anche da assiri e caldei durante la Prima Guerra Mondiale. «L’incontro con il successore di Pietro – riflette il patriarca caldeo – sarà un momento forte, e lo vivremo per essere confermati nella fede, nella speranza e anche nella scelta di perseverare e rimanere nella nostra terra martoriata».

30 settembre 2016