Il vescovo di Aleppo: «Vergogna Europa, siriani non siano soli»

Monsignor Audo è intervenuto alla preghiera organizzata da Aiuto alla Chiesa che soffre. Fontana di Trevi rossa come il sangue dei perseguitati

Monsignor Audo è intervenuto alla preghiera organizzata da Aiuto alla Chiesa che soffre. Fontana di Trevi rossa come il sangue dei perseguitati 

Un violino ha iniziato a suonare un’aria della “Passione secondo Matteo” di Bach e la Fontana di Trevi si è illuminata di rosso, come se fosse sangue, il sangue dei martiri cristiani. È successo venerdì sera, 29 aprile, di fronte agli spettatori che hanno partecipato alla serata organizzata da Aiuto alla chiesa che soffre, l’associazione di diritto pontificio che si occupa di portare aiuto ai cattolici perseguitati in tutto il mondo. «Siamo qui per far sentire ai cristiani perseguitati che non sono soli – ha detto in apertura il vescovo Nunzio Galantino, segretario generale della Cei – i seguaci di Cristo sono i primi a subire persecuzioni e per questo dobbiamo essere in prima fila in eventi come questo».

Alle luci e ai suoni si sono unite le testimonianze di chi ha visto morire i propri cari perché professava la propria fede. «Questa fontana rappresenta il mare, il mare è inquietante a volte. Ma il mare è anche il luogo dell’accoglienza, che porta da noi tante storie di dolore e di sofferenza», ha introdotto la serata Monica Mondo, giornalista di Tv2000 che ha presentato l’evento. Il cardinale Mauro Piacenza, presidente internazionale di Acs, ha ricordato l’importanza di parlare dei martiri cristiani: «Questa sera facciamo memoria del sangue versato per il peccato del mondo. Anche il silenzio e l’omertà, come sostiene Papa Francesco, sono un peccato». Il male resta tale, ha proseguito, e deve essere combattuto strenuamente: «Siamo consapevoli che questo sangue assorto da Cristo è trasformato dalla sua divina potenza in un’opera di salvezza, poiché associato alla passione del Salvatore, diventa espiazione vicaria».

Sul piccolo palco di fronte alla fontana, Suor Hedez, religiosa del ramo contemplativo delle Missionarie della Carità, ha ricordato le sue quattro consorelle uccise a marzo in Yemen: «anche se avevano paura a vivere in quel paese, sono rimaste per servire gli ultimi fino alla fine». Poi il professor Shahid Mobeen, fondatore dell’Associazione Pakistani Cristiani in Italia, ha raccontato dell’impegno di Shahbaz Bhatti, ministro cattolico pachistano per le minoranze religiose ucciso nel 2011, e il coraggio di Asia Bibi: «simbolo della testimonianza di fede. Se si fosse convertita all’Islam, come le era stato chiesto, oggi sarebbe libera». Luka Loteng ha quindi parlato dei 148 giovani cristiani uccisi lo scorso anno nella strage al Garissa University College in Kenya, i suoi compagni, massacrati nel cuore della notte. Infine Maddalena Santoro ha ricordato suo fratello, don Andrea, ucciso in Turchia nel 2006: «pur consapevole delle difficoltà, ha sempre continuato il suo servizio nella terra degli apostoli che tanto amava». Tutti vittime del martirio.

«Che vergogna per l’Europa e per le grandi potenze», ha esclamato Antoine Audo, vescovo di Aleppo, ultimo ad intervenire. Audo ha colpito dritto: «Non vengo qui a chiedervi privilegi per i cristiani siriani, ma a interpellare la vostra coscienza». Ha quindi ricordato i numeri della guerra in Siria: 400mila morti, 7 milioni profughi interni, 4 milioni quelli fuggiti dal Paese. I cristiani erano 150mila, oggi centomila se ne sono andati: «Ogni giorno sperimentano la morte e sono costretti a lasciarsi tutto alle spalle».

Citando l’enciclica Laudato Si’ di
Papa Francesco, ha ricordato che la Terra è “la casa comune”: «Il nostro dramma, i nostri patimenti, e le nostre speranze per la pace riguardano il mondo intero». Audo, nonostante le sofferenze è orgoglioso di essere cristiano e siriano e continua la sua missione: «Pace, pace è la sola risposta alla guerra! Insieme a Papa Francesco vogliamo credere che la misericordia possa portarci tutti al perdono e alla riconciliazione». Audo ha poi ringraziato Aiuto alla chiesa che soffre: «Questo evento, che onora il sangue dei martiri, ci stimoli tutti a non lasciarci cadere, e a costruire la pace giorno per giorno».

 

2 maggio 2016