I leader di 30 Paesi a Roma per “Un mondo senza pena di morte”

L’incontro internazionale apre le iniziative di “Cities for life”, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio. Il 30 novembre oltre 2mila le città che illumineranno i loro monumenti per ribadire il loro no alla pena capitale

Il Marocco ha intrapreso la strada che porta «all’assoluta abolizione della pena di morte» dopo aver riscritto le norme sull’apostasia stabilendo che non rischia più la pena capitale chi abbandona l’Islam. Mohamed Auajjar, ministro della Giustizia in Marocco, lo ha annunciato questa mattina, martedì 28 novembre, nella Nuova aula dei gruppi parlamentari, alla Camera dei Deputati, dove si è svolto il decimo incontro internazionale “Un mondo senza pena di morte” alla presenza di ministri della Giustizia e di rappresentanti di 30 Paesi di tutti i continenti. Cheik Saiko, ministro della Giustizia della Guinea, ha invece affermato che le ultime esecuzioni nel suo Paese risalgono al 2002 e da allora in Guinea vige «una moratoria di fatto». Il convegno rientra tra gli eventi organizzati per la Giornata Internazionale “Cities for Life – Città per la Vita / Città contro la Pena di Morte” che si celebra il 30 novembre in tutto il mondo. Giunta alla sua XVI edizione la manifestazione è organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio, dal ministero degli Esteri italiano e dalla Confederazione svizzera, nell’anniversario della prima abolizione della pena di morte da parte di uno Stato europeo: era il 30 novembre 1786 e il granduca di Toscana, Pietro Leopoldo, entrava nella storia firmando il codice leopoldino che aboliva la pena capitale. Sono 70 le capitali del mondo che aderiscono all’iniziativa e 2.163 le città di 97 Paesi del mondo.

Dalla seconda metà degli anni novanta Sant’Egidio è in prima fila nella battaglia e ha dato vita all’appello per una moratoria universale che ha coinvolto leader di tutte le religioni, credenti e non credenti. Dal 1977, quando gli Stati abolizionisti erano solo 16, si è passati a 141 contro 57 Paesi mantenitori  e nel 2016 le esecuzioni capitali sono diminuite del 37% rispetto al 2015. «La Comunità di Sant’Egidio – ha affermato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio – ha promosso quest’incontro anche per esprimere la propria preoccupazione per l’aumento delle esecuzioni extragiudiziali, per il persistere dei linciaggi, per l’incremento del numero delle armi in circolazione, per accendere l’attenzione sulle pessime condizioni carcerarie in tante parti del mondo». Per il guardasigilli Andrea Orlando oggi «si corre il rischio di dimenticare» il tema della pena capitale e di farlo passare in secondo piano rispetto ad altre questioni. Necessario quindi «andare contro corrente» e soprattutto non fermarsi ai successi ottenuti fino ad oggi perché ci sono Paesi che pensano di reintrodurre la pena di morte. «A fronte del moltiplicarsi degli atti di terrorismo – ha affermato – anche in Europa è stata invocata una sua reintroduzione» e alcuni partiti politici hanno la tentazione «di reintrodurla per dare una risposta alla domanda di sicurezza». Altra questione da risolvere, per  il ministro, «la mancanza di trasparenza sulle esecuzioni effettuate dai Paesi che mantengono la pena capitale»: questo «impedisce qualsiasi intervento a favore del condannato». Orlando ha quindi ribadito la responsabilità italiana perché «non ci si può girare dall’altra parte» difronte ad una simile barbarie, al contrario può essere utile raccontare le torture inflitte a molte popolazioni.

Per Impagliazzo «la vita va amata e protetta. Non si può pensare che la pena capitale sia la cura per una società violenta. La pena di morte non è una medicina; è l’opposto, è un veleno. La nostra società si è imbarbarita al punto che alcuni chiedono la cacciata di altri, percepiti come diversi, e cacciare  gli altri è una forma di condanna a morte. Essere contro la pena di morte è scegliere di far parte di un più vasto movimento che difende la vita, promotore del diritto alla vita. Sempre e in ogni contesto». Per Mario Marazziti, presidente della commissione Affari Sociali della Camera dei deputati, «non bisogna giudicare nessuno ma scegliere insieme una strada per garantire il diritto alla vita». Ha lanciato la proposta di creare un network internazionale per offrire ai condannati una difesa legale adeguata e giusta perché è altissima la percentuale di errori giudiziari. Ha inoltre lanciato un appello«all’intero mondo farmaceutico mondiale perché diffidino dall’uso e introducano sanzioni per quelle amministrazioni pubbliche che utilizzino farmaci creati per la vita nelle esecuzioni capitali».

Giovedì 30 novembre 2.100 le “Città per la Vita”, che illumineranno i loro monumenti e a Roma, davanti al Colosseo, dalle 18.30 si svolgerà il Live Concert “Pena di morte Mai”, con la partecipazione di personalità dello spettacolo, della musica e dello sport.

28 novembre 2017