Nella crisi della cultura, la forza della “Bellezza disarmata”

Presentato con il cardinale Tauran e Luciano Violante il libro di don Julián Carrón: una disamina delle sfide che tengono in scacco l’Occidente

Presentato il volume di don Julián Carrón: una disamina delle grandi questioni che tengono in scacco l’Occidente. Con l’autore, il cardinale Tauran e Luciano Violante

«L’Europa è nata intorno a poche grandi parole, come persona, lavoro, materia, progresso e libertà. Termini che hanno raggiunto la loro piena e autentica profondità attraverso il cristianesimo, acquistando un valore che prima non avevano, e questo ha determinato un profondo processo di “umanizzazione” dell’Europa e della sua cultura». Don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione (Cl) esordisce così nel suo libro “La bellezza disarmata” (Rizzoli), arrivato già alla terza edizione in poco meno di due mesi e che di fatto è una disamina delle questioni – immigrazione, famiglia, nuovi diritti, terrorismo, politica ed economia – che tengono in scacco una civiltà occidentale da tempo in crisi. Ed è così che ora «tutte queste parole sono diventate vuote – osserva il sacerdote spagnolo -, oppure stanno perdendo sempre di più il loro spessore originale». Un quadro che è sotto gli occhi di tutti mentre la ragione di un tale svuotamento di senso non è altrettanto palese. A ragionare del tema, in occasione della presentazione del volume, il 5 novembre a Roma, con l’autore si sono confrontati il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, e Luciano Violante, presidente emerito della Camera dei deputati.

Una concausa, si è detto, risiede nel fatto che l’uomo non mette briglie e paletti alla propria libertà: un approccio esistenziale, questo, il cui scotto è pagato dalla società tutta. «Essere senza limiti – spiega Violante – è l’anticamera della sopraffazione e della distruzione della nostra umanità». E noi, di fatto, viviamo «in una società che spinge al superamento del limite» e che pone le passioni, e dunque gli istinti primordiali, al centro delle scelte. Non a caso il marketing, e le pubblicità da esso concepite, fanno leva proprio su questo sentimento, «che non è semplice desiderio ma un invito all’appagamento assoluto». La passione però «disumanizza», avverte Violante, che ha elogiato i ciellini per la capacità, oggi rara, di parlare alle giovani generazioni, perché a voler mettere sempre in opera «pratiche di superamento del limite» ci s’incammina «verso l’autodistruzione o la distruzione dell’altro».

«Siamo di fronte a una crisi di cultura e al crollo delle evidenze. La domanda da farsi – è l’invito posto dal cardinale Tauran – non è allora cosa devo fare, ma chi sono». Spesso, continua il porporato, «sento dire che il cattolicesimo è la religione “del libro”. Rifiuto questo appellativo: siamo la religione dell’incontro con Cristo, che è compagno di ogni uomo». Di più, «essere cristiani significa testimoniare che viviamo in un mondo in cui Dio continua ad agire» e «il libro che abbiamo tra le mani – conclude Tauran – ci sollecita ad avere il coraggio della differenza in un mondo precario, e a tornare alle origini per cercare “qualcosa di essenziale”, che è Gesù fattosi uomo, che non ci faccia spaventare davanti alle sfide».

In fondo «nessuno può stare in piedi senza qualcosa per cui valga la pena vivere», conclude Carrón, alla guida di Comunione e Liberazione dal 2005, dopo che don Luigi Giussani stesso, l’anno prima, lo aveva chiamato dalla Spagna a condividere con lui la responsabilità del movimento.«L’unica condizione per essere sempre e veramente religiosi è vivere sempre e intensamente il reale, senza rinnegare e dimenticare nulla», scriveva don Giussani nel suo libro più famoso, “Il senso religioso”, e il suo successore non rinuncia ma anzi rilancia questo magistero della realtà che sottopone anche la fede alla verifica dell’esperienza. Solo se l’avvenimento cristiano, «l’io afferrato dall’amore di Cristo», «si dimostra capace di risvegliare la fede, di far rinascere l’io in tutte le sue dimensioni, ragione, affetti, libertà, e di mantenerlo in posizione adeguata per affrontare l’intera esistenza, con le sue prove e problematicità, può risultare credibile e suscitare l’interesse dell’uomo contemporaneo».

6 novembre 2015