Nuovo attentato a Istanbul

Esplosa un’autobomba nel centro di Istanbul. 11 morti e 36 feriti. Il vicario apostolico Tierrablanca: «Situazione preoccupante»

Esplosa un’autobomba nel centro di Istanbul, tra l’università e il gran bazar. 11 morti e 36 feriti. Il vicario apostolico Tierrablanca: «La situazione è preoccupante»

Ancora bombe nel cuore di Istanbul. Ancora a una fermata degli autobus. Questa mattina, 7 giugno, alle 8.30, ora di punta, un’autobomba è esplosa in piazza Beyazit, la “Piazza della Libertà”, tra l’università e il gran bazar. Nella parte europea di Istanbul. Il primo bilancio, secondo quanto riferito dal governatore Vasip Sahin, è di 11 morti e almeno 36 feriti, di cui 3 molto gravi.

Monsignor Ruben Tierrablanca Gonzalez, vicario apostolico della città e amministratore apostolico dell’Esarcato per i fedeli bizantini, commenta con parole intrise di dolore. «La nostra presenza in questo Paese – dice – è per la collaborazione e la convivenza pacifica. La religione è sempre via di pace, mai di violenza». E parla di una situazione «preoccupante. Quando i rapporti tra i diversi governi non cambiano – spiega -, la violenza purtroppo si estende. Non è violenza di un popolo ma opera di gruppuscoli violenti che fanno spaventare tutti. D’altra parte noi siamo qui e questa è una situazione che dobbiamo sostenere».

Sempre a Istanbul, lo scorso mese erano state almeno otto le vittime di un’autobomba contro un veicolo militare, rivendicata dagli indipendentisti curdi del Pkk. E all’inizio dell’anno ad Ankara due attentati ad opera di curdi scissionisti del Pkk, i «Kurdistan Freedom Falcons» (TAK), avevano ucciso decine di persone. Sempre a Istanbul il 12 gennaio una decina di turisti tedeschi hanno perso la vita per una bomba rivendicata dai terroristi dell’Isis. Il 19 marzo sono stati uccisi tre israeliani e un iraniano sulla grande arteria commerciale, la Istiklal.

Il neo vicario apostolico di Istanbul, che sabato 11 giugno riceverà la consacrazione episcopale dal prefetto della Congregazione per le Chiese orientali Leonardo Sandri, atteso tra pochissimi giorni nella Capitale turca, ricorda che anche in Turchia è un tempo particolare di preghiera e digiuno con l’inizio per la comunità musulmana del mese sacro del Ramadan. «Vogliamo accompagnare i nostri amici musulmani in questo tempo di conciliazione e purificazione – afferma -. Vorremmo dire loro di essere sicuri che noi siamo disponibili all’incontro e alla preghiera, soprattutto».

Una presenza, quella dei cattolici turchi, pari allo 0,11% della popolazione: 87mila persone in tutto, suddivise in 7 diocesi, 47 parrocchie, una missione senza sacerdote e 13 altri centri. Una piccola Chiesa guidata da 6 vescovi, 11 sacerdoti diocesani, 56 quelli religiosi, 1 diacono permanente, 7 religiosi non sacerdoti, 49 religiose, 2 membri di Istituti secolari femminili, 6 missionari laici e 74 catechisti.

7 giugno 2016