Un’estate a misura di bambini. Il segreto? «Lasciateli liberi»

I consigli degli esperti del Bambino Gesù per affrontare i mesi più caldi. La psicologa Ranieri: «Lasciare spazi e tempi da gestire come vogliono»

I consigli degli esperti del Bambino Gesù per affrontare in tranquillità i mesi più caldi. La psicologa Ranieri: «Lasciategli spazi e tempi da gestire come vogliono»
Mettere da parte ansie e timori, per affrontare i mesi estivi, ovunque ci si trovi, con tranquillità. E a misura di bambino. I medici dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, dal portale dell’ospedale, offrono a tutti i genitori consigli e suggerimenti su come affrontare il caldo, il viaggio, le insiedie degli insetti e tanto altro ancora. A comunicare dall’invito a dare a bambini e ragazzi l’opportunità di muoversi, di gestire il loro tempo. E anche di annoiarsi un po’. È il consiglio che arriva da Cristiana De Ranieri, psicologa clinica: «In estate lasciare a bambini e ragazzi spazi e tempi vuoti da gestire come vogliono». Anche i più giovani infatti «arrivano da un periodo molto impegnato, da settimane molto organizzate, scandite da ritmi serrati, sia per la scuola sia per le varie attività come gli sport». Quando arrivano le vacanze, quindi, mamma e papà «dovrebbero allontanare l’ansia di riempire necessariamente il tempo dei propri figli con qualcosa da fare: dar loro la possibilità di gestirsi con maggiore autonomia, riposare, dormire, fare cose non organizzate, perdere un po’ di tempo in relax, talvolta anche annoiarsi, vuol dire restituirgli una dimensione che non conoscono più. È un tempo ritrovato importante».

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Il responsabile di Pediatria generale e malattie infettive del Bambino Gesù Alberto Villani rinnova invece l’invito ad approfittare delle vacanze per stabilire o radicare buoni stili di vita. Su tutti, la regolarità e la qualità dell’alimentazione e la regolarità del sonno. All’insegna della vita all’aria aperta e del movimento. Via libera ai viaggi in aereo anche per i bambini più piccoli e i lattanti, con l’unica accortezza di farli deglutire, «offrendogli latte o acqua», al decollo e all’atterraggio. E via libera, naturalmente, alle attività sportive, a condizione di «stare molto attenti all’idratazione dei bambini e dei ragazzi che fanno sport – avverte Attilio Turchetta, responsabile di Medicina dello sport -. È un consiglio che vale tutto l’anno, ma ancor di più in estate, quando il dispendio di liquido da parte del corpo attraverso il sudore è molto elevato». Oltretutto, evidenzia, i bambini «comunicano molto più facilmente il senso di fame che non quello della sete. Quindi bisogna essere preparati ad offrirgli da bere durante l’allenamento, tenendo presente che un bambino di 10-12 anni dovrebbe bere un bicchiere d’acqua ogni mezz’ora».

Nessun timore, dunque, per il sudore, conclude Turchetta, «perché è di estrema importanza per una termoregolazione corretta. Quanto più un bambino è allenato tanto più suda prima e in maggiore quantità. Dopo lo sport basta una maglietta asciutta per far passare tutte le paure delle mamme». E nessun timore nemmeno all’idea di trascorrere un’intera giornata all’aria aperta. «In condizioni normali, quindi in assenza di patologie degli occhi – spiega Luca Buzzonetti, responsabile di Oculistica dell’ospedale pediatrico –
i bambini possono essere lasciati liberi di stare all’aperto senza precauzioni particolari. In caso di prolungate esposizioni al sole o se viene manifestato un fastidio alla luce intensa, basta proteggerli con un cappellino con visiera». E se un po’ di polvere, di sabbia o di acqua salata finisce negli occhi «è sufficiente fare degli sciacqui con acqua dolce e l’irritazione passa».

Anche per godere del sole, bastano poche accortezze. A ricordarle è la dermatologa May El Hachem: «Utilizzare filtri ad alta protezione e non esporre i bambini ai raggi solari nelle ore più calde», vale a dire dalle 11.30 alle 16.30, a seconda delle latitudini e del clima. Riguardo alle punture di insetto «non c’è molto da fare per evitarle», spiega la responsabile di Dermatologia. «In generale è consigliabile evitare i repellenti: il loro uso combinato all’esposizione al sole può infatti provocare irritazioni foto-indotte, dovute alla luce solare». Da evitare anche gli antistaminici locali (pomate a base di antistaminico) perché sono fotosensibilizzanti. Consigliabile invece la pomata cortisonica da applicare sulle punture per qualche giorno la sera, a casa. Da ultimo, fondamentale «tenere le unghie dei bambini ben corte» per evitare che si infettino grattandosi».

Qualche cautela in più è consigliata ai piccoli allergici e ai loro genitori da Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia del Bambino Gesù. «Il bambino allergico non può dimenticarsi essere allergico», sottolinea Fiocchi, ricordando ai genitori di tenere sempre a portata di mano le medicine specifiche e di non abbassare la guardia nei confronti della dieta e delle terapie. Tra le mete estive ideali per gli allergici, l’alta montagna, dove non circolano pollini; il mare vicino alla riva e in generale i luoghi dove l’aria è secca. Per i bambini con allergie alimentari la raccomandazione è di «fare molta attenzione ai buffet dei villaggi vacanza: possono nascondere allergeni che rischiano di innescare reazioni anche problematiche».

Da tenere sotto controllo anche le abitudini alimentari. Fondamentale, per Giuseppe Morino, responsabile di Educazione alimentare, mantenere il ritmo dei pasti. «Bambini e ragazzi – spiega – devono continuare a fare la colazione mattutina alzandosi non troppo tardi; uno spuntino di frutta a metà mattina e a metà pomeriggio e un pranzo e una cena variate e ricche di verdure». Di tanto in tanto un gelato, che può essere «una buona alternativa alla merenda o un modo gustoso per chiudere il pasto serale». Ai bambini in sovrappeso il consiglio di preferire i gusti alla frutta; per tutti, quello di bere molta acqua durante la giornata, evitando bevande zuccherate e gassate.

15 giugno 2016