Attentato in Afghanistan: «Crimini contro l’umanità»

A parlare al Sir è il barnabita Giovanni Scalese, responsabile della Missio sui iuris nel Paese. L’attacco l’ 8 maggio, all’esterno di una scuola per ragazze a Kabul

Oltre 50 vittime e più di 100 feriti: è il bilancio dell’attentato avvenuto sabato 8 maggio all’esterno di una scuola per ragazze a Kabul, in Afghanistan. L’attentato più sanguinoso dell’ultimo anno, che segna l’inizio del ritiro degli ultimi 2.500 soldati americani nel Paese. Il sacerdote barnabita Giovanni Scalese, responsabile della Missio sui iuris nel Paese, raggiunto dall’Agenzia Sir, parla di «crimini contro l’umanità». Non pervenute, al momento, rivendicazioni ufficiali. Secondo le autorità afgane la responsabilità del gesto sarebbe da attribuire ai talebani che, a loro volta, hanno condannato l’attacco, ricostruisce il Sir. I media locali parlano anche di un possibile coinvolgimento dell’Isis-Khorasan.

«Attentati di questo genere, il cui obiettivo intenzionale sono civili inermi, oltretutto, in gran parte, minorenni – dichiara al Sir il sacerdote – non sono altro che crimini contro l’umanità, che non trovano alcuna giustificazione né politica né militare né, tanto meno, religiosa. Che non possa essere la religione a ispirare questo brutale delitto lo dimostra il fatto che esso è stato compiuto durante il mese di Ramadan. Tale atto – conclude padre Scalese – grida vendetta al cospetto di Dio. Chi lo ha concepito e organizzato certamente non teme Dio ma deve ricordare che, se anche non verrà condannato da un tribunale umano, un giorno comparirà dinanzi al tribunale di Dio, a cui dovrà rendere conto di tanta efferatezza».

Per le vittime dell’attentato di Kabul ha elevato la sua preghiera, ieri, al termine del Regina Caeli, anche Papa Francesco. «Dio doni pace all’Afghanistan», le parole del pontefice. La pace però sembra sempre più lontana: l’Agenzia Sir riferisce la notizia della morte di almeno 11 persone e del ferimento di altre 28 nella notte tra 9 e 10 maggio in Afghanistan, a causa dell’esplosione di un ordigno sul ciglio della strada che ha investito un autobus. L’attacco nella provincia di Zabul è avvenuto poche ore prima che i talebani proclamassero una tregua di tre giorni in occasione di Eid al-Fitr, la festività che segna questa settimana la fine del Ramadan.

10 maggio 2021