Di Tora (Migrantes): «In 10 anni emigrati quasi 5 milioni di italiani»

Il presidente della Fondazione è intervenuto a San Tommaso Moro per la proiezione del docu-film su Santa Francesca Cabrini: «L’Italia si sta riscoprendo un Paese di emigrazione»

«Santa Francesca Cabrini ha ancora una forza di attrazione non solo per gli immigrati ma per ogni persona che vive un ideale forte nei confronti degli altri». Il presidente della fondazione Migrantes, monsignor Guerino Di Tora, ha indicato così l’attualità della santa che, tra la fine dell’‘800 e i primi anni del ‘900, si recò negli Stati Uniti per aiutare i tanti emigrati italiani che, giunti nel Paese, vivevano condizioni di povertà ed emarginazione. L’occasione è stata la presentazione del film-documentario “Frances Xavier Cabrini: the people’s saint” nella parrocchia di San Tommaso Moro, venerdì 8 giugno, organizzata da Migrantes e “We the italians”. Regista e autrice del film è Lucia Mauro, nipote di italiani emigrati, nata a Chicago.

Durante il dibattito, al termine della visione del docu-film, il vescovo Di Tora ha indicato i numeri dell’emigrazione italiana oggi: dal 2005 al 2015 sono stati 4 milioni 800 mila i connazionali che hanno lasciato l’Italia per andare all’estero. Il 37% per motivi di studio, altri per motivi di lavoro, per realizzare le loro aspirazioni. Dati che indicano come «stia ricominciando questa realtà di emigrazione». «L’Italia, che pensava di essere solo un Paese di immigrazione, si sta ricoprendo anche un Paese di emigrazione». Quindi, monsignor Di Tora ha invitato ad avere «attenzione verso i connazionali all’estero e ad accogliere chi viene in Italia, perché viviamo in una realtà di globalizzazione. Ed è il modo normale di stabilire i rapporti di una nuova società».

Come fece santa Francesca Cabrini, anche oggi, ha sottolineato il vescovo, «bisogna avere attenzione alla persona, nel suo momento concreto di difficoltà, esserle vicini per saper riconoscere la presenza del Signore in colui che soffre. In un momento di individualismo e di chiusura, l’apertura all’uomo, alla persona è fondamento per poter costruire un mondo diverso». Altra indicazione, altro aspetto di cui madre Cabrini è indicata come esempio. «Il fenomeno migratorio va accompagnato – ha sottolineato Di Tora -. Santa Cabrini ha accompagnato questa realtà». Per questo motivo, il suo più grande impegno, riconosciuto dal vescovo, è la «teologia della prossimità», che la santa ha sperimentato «andando verso persone che si trovavano in difficoltà, verso situazioni nuove».

Nelle parole di monsignor Di Tora i momenti centrali della vita della missionaria: dalla scelta della vita consacrata all’incontro con Papa Leone XIII che dalla Cina, dove desiderava andare per compiere la sua missione, la indirizzò negli Stati Uniti. Momenti presentati anche nel docu-film. «Gli immigrati italiani negli Stati Uniti hanno sofferto tantissimo agli inizi del ‘900. Oggi si è un po’ dimenticata anche la discriminazione di quei tempi – ha raccontato Lucia Mauro, nome italianissimo e pronuncia americana -. Con la presenza degli immigrati si migliora la società. Questo, secondo me, è successo negli Usa. E ora gli italoamericani sono integrati».

La regista ha poi ripercorso com’è nata l’idea di realizzare un docu-film sulla santa. «Abito con mio marito a pochi metri dal santuario fatto costruire da Francesca Cabrini, dove lei mori cent’anni fa. Prima della Pasqua dello scorso anno abbiamo proiettato lì un nostro cortometraggio. Dopo ci è stato chiesto di fare un film su di lei. A distanza di due mesi abbiamo cominciato a fare le riprese in Italia. Adesso vogliamo mostrare come la sua missione continui dappertutto».

 

11 giugno 2018