I “numeri” del pontificato di Benedetto XVI

I libri, le 3 encicliche, le 4 esortazioni apostoliche, ma anche i viaggi, comprese le 3 Gmg, e le visite pastorali nella “sua” diocesi di Roma, dove ha dedicato tre nuove chiese

I documenti, i viaggi, le Gmg, i cinque concistori per la creazione di 90 nuovi cardinali, la proclamazione di 45 santi, le celebrazioni e gli appuntamenti con la sua comunità diocesana. Tradotto in numeri, il pontificato di Papa Benedetto XVI risulta molto ricco. Joseph Ratzinger è stato autore di una vastissima produzione letteraria iniziata nei primi anni ’50, quando era un giovane docente universitario. Tra i libri scritti dopo la sua elezione al soglio pontificio, in ordine cronologico, “L’Europa di Benedetto” (2005), “Gesù di Nazaret” (2007), il libro intervista “Luce del mondo” (2010), “Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione” (2011) e “L’infanzia di Gesù” (2012), che chiude la trilogia, tradotta in 20 lingue, nella quale ha racchiuso la sua ricerca sulla figura storica di Cristo.

Negli otto anni di pontificato ha inoltre pubblicato tre encicliche, quattro esortazioni apostoliche, 95 lettere apostoliche e 116 costituzioni apostoliche. Le prime due encicliche, Deus caritas est (Dio è amore) firmata il 25 dicembre 2005 e Spe salvi (Salvati nella speranza), del 30 novembre 2007, sono rispettivamente dedicate alle virtù teologali della carità e della speranza. La terza, Caritas in veritate (L’amore nella verità), firmata il 29 giugno 2009, è invece dedicata ai temi sociali dell’economia, del lavoro e della povertà. Papa Benedetto aveva iniziato a scrivere una quarta enciclica, dedicata alla fede, con l’intento di completare la trilogia sulle tre virtù teologali. È la Lumen fidei (La luce della fede), la prima enciclica firmata da Papa Francesco il 29 giugno 2013, a meno di quattro mesi dalla sua elezione, il quale ha portato a compimento l’opera intrapresa da Ratzinger.

Le quattro esortazioni apostoliche di Benedetto XVI sono: Sacramentum caritatis (Sacramento della carità) del 2006 sull’Eucaristia, frutto del sinodo dei vescovi del 2005; Verbum Domini (La Parola del Signore) del 2010, sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, redatta in seguito al Sinodo dei vescovi del 2008; Africae munus (L’impegno dell’Africa), del 2011, sulla Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace, risultato del Sinodo dei vescovi sul continente africano del 2009 e infine Ecclesia in Medio Oriente (La Chiesa in Medio Oriente) del 2012, documento scritto al termine del Sinodo speciale dei vescovi nell’ottobre 2010. Tra le lettere apostoliche c’è quella in forma di motu proprio Porta fidei, firmata l’11 ottobre 2011, con la quale si indiceva l’Anno della Fede dall’11 ottobre 2012 al 24 novembre 2013, per «riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede». La celebrazione a conclusione dell’Anno della fede fu presieduta da Papa Francesco in piazza San Pietro domenica 24 novembre, solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo.

Dal 2005 al 2013 Papa Benedetto XVI ha inoltre recitato 398 volte l’Angelus e 60 il Regina Coeli, ha compiuto 24 viaggi apostolici internazionali in 22 Paesi, 30 viaggi apostolici in Italia, 36 visite pastorali nella diocesi di Roma. Il primo viaggio apostolico internazionale, dal 18 al 21 agosto 2005, fece tappa proprio nella Germania di Papa Benedetto, a Colonia, in occasione della XX Giornata mondiale della gioventù, il suo primo appuntamento con i giovani. Partecipò poi ad altre due Gmg: a quella svoltasi dal 15 al 20 luglio 2008 a Sydney, in Australia, dove incontrò oltre mezzo milioni di giovani, e a quella di Madrid, dove dal 16 al 21 agosto 2011 confluirono oltre due milioni di ragazzi.

Ricco e significativo anche il rapporto con la “sua” diocesi di Roma, iniziato sabato 7 maggio 2005 con la celebrazione eucaristica e l’insediamento sulla cattedra di vescovo di Roma nella basilica di San Giovanni in Laterano e la successiva venerazione dell’icona di Maria Salus populi romani a Santa Maria Maggiore. Negli anni, il suo magistero è stato scandito da appuntamenti sempre rispettati, come l’apertura del Convegno diocesano a San Giovanni, la celebrazione dei vespri nella festa della conversione di San Paolo a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani nella basilica di San Paolo fuori le mura, l’incontro con i seminaristi nel Seminario Romano Maggiore per la festa della Madonna della fiducia, nel sabato che precede l’inizio della Quaresima. E ancora, gli incontri con il clero nell’Aula Paolo VI a inizio Quaresima, onorati fino a giovedì 14 febbraio 2013, tre giorni dopo l’annuncio della rinuncia al pontificato; la celebrazione della Via Crucis al Colosseo (da cardinale guidò anche quella del 25 marzo 2005, con Papa Giovanni Paolo II ripreso di spalle e aggrappato alla croce nella sua cappella privata); l’omaggio all’Immacolata a piazza di Spagna.

Nella  diocesi di Roma ha inoltre presieduto le celebrazioni con il rito di dedicazione di tre nuove chiese, due in Avvento e una in Quaresima. La prima, domenica 10 dicembre 2006, è stata la chiesa parrocchiale Santa Maria Stella dell’Evangelizzazione, al Torrino Nord. L’anno successivo, domenica 16 dicembre 2007, celebrò la dedicazione di Santa Maria del Rosario ai Martiri Portuensi che, ricordò in quella occasione, sorge sullo stesso luogo dove il suo «amato predecessore» Giovanni Paolo II, l’8 novembre 1998, celebrò la Messa in occasione della visita pastorale. Infine, domenica 20 marzo 2011, II di Quaresima, celebrò la Messa con il rito di dedicazione della chiesa di San Corbiniano all’Infernetto.

2 gennaio 2023