Il metodo “Betania” per le coppie in crisi

Presentato il volume dei coniugi Gentili che illustra il progetto proposto alle parrocchie: un percorso in 4 tappe, fondato su teologia, psico-sociologia e dottrina sociale della Chiesa

Fede e spiritualità al fianco delle coppie sposate che, in crisi più o meno profonde, cercano di ritrovare la felicità ritrovando prima di tutto se stesse. È il metodo “Betania”, dell’omonimo Centro di formazione, una realtà nata nel 2004 a Roma, raccontato nel volume “I percorsi di Betania” (edizioni San Paolo), a cura di Claudio Gentili e Laura Viscardi. Si tratta, in realtà, del quinto libro: «Gli altri – spiega Gentili – raccontano le quattro tappe del percorso, mentre questo vuole essere una guida sul metodo per le parrocchie che lo vogliono riproporre». È stato presentato ieri pomeriggio, 1° maggio, nel teatro della parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio. A intervenire il vescovo Dario Gervasi, delegato diocesano per la famiglia, che ha curato la prefazione; il parroco don Fabio Fasciani; Tonino Cantelmi, psicoterapeuta; Emma Ciccarelli e Pier Marco Trulli, del Forum famiglie.

Tutto prende spunto «dal grande patrimonio delle catechesi di san Giovanni Paolo II sull’amore umano nel progetto divino e dalla sua Familiaris consortio». Il progetto si fonda su tre “ingredienti”: teologia, psico-sociologia e dottrina sociale della Chiesa, messi in pratica con il metodo Betania «per quattro week-end – spiega Gentili – nell’arco dell’anno pastorale, dove proponiamo alle coppie una full immersion fatta di preghiera, spiritualità ma soprattutto di tantissimi laboratori» nei quali i coniugi lavorano su se stessi. Quattro come le tappe raccontate dagli altri libri: “Complici nel bene”, “I nostri figli ci guardano”, “Riamarsi dopo una crisi” e “Moglie regista e marito protagonista”.

Da qui parte poi il progetto proposto alle parrocchie, «perché – affermano gli autori – le coppie ci chiedono come continuare questo percorso e come riproporlo. Abbiamo quindi preparato 48 schede per altrettanti incontri, distribuiti nell’arco di quattro anni pastorali». «Ci siamo resi conto – sottolineano – che molte realtà accompagnano i giovani fidanzati o i promessi sposi, ma poi si fa poco o nulla per il “post-matrimonio”». Di storie e aneddoti ce ne sono infatti tanti, come le testimonianze di «tante coppie non credenti, ma che paradossalmente sono quelle che apprezzano di più la parte teologica e spirituale». C’è poi chi, sull’orlo del divorzio, ha fatto marcia indietro oppure coppie che, nonostante una separazione già formalizzata, «hanno capito l’importanza di un’alleanza genitoriale per il bene superiore dei figli, perché anche se si è in crisi come marito e moglie si rimane genitori per sempre».

Gli autori, però, non cedono alle lusinghe di chi parla di lungimiranza. «Abbiamo soltanto preso gli insegnamenti del magistero, che ha portato la Chiesa in modo naturale dalla Familiaris consortio all’Amoris laetitia di Papa Francesco e ai due Sinodi, in uno straordinario senso di continuità. Non vogliamo idealizzare la famiglia cristiana come perfetta, anzi. Per noi una coppia che non vive mai la crisi non è una coppia sana. L’importante è capire i problemi e accostarsi al Vangelo per risolverli consapevolmente».

2 maggio 2022