Il Papa: «L’aborto è un omicidio»
Lo ha detto conversando con i giornalisti sul volo che da Bratislava lo riportava a Roma. E sulle unioni gay: «Ok a leggi civili ma il matrimonio è un sacramento»
«Un omicidio». Non usa mezzi termini Papa Francesco per parlare di aborto. Lo fa rispondendo alle domande dei giornalisti sul volo che da Bratislava lo riporta a Roma, nel pomeriggio del 15 settembre. «L’aborto è più che un problema, è un omicidio – sono le parole riferite da Vatican News -. Chi fa un aborto uccide. Nei libri di embriologia alla terza settimana del concepimento tutti gli organi sono già formati, anche il dna. È una vita umana e va rispettata. Questo principio è così chiaro – è il commento di Francesco -. A chi non lo capisce farei due domande: è giusto uccidere una vita umana per risolvere un problema? È giusto assumere un sicario per risolvere un problema? Scientificamente è una vita umana. È giusto farla fuori per risolvere un problema? Per questo la Chiesa è così dura su questo argomento, perché se accettasse questo, è come se accettasse l’omicidio quotidiano».
Oltre alla questione di principio però c’è poi il piano pastorale, sul quale il Papa è stato interpellato in merito alla possibilità di dare la comunione a chi è a favore della scelta, sollevata negli Usa. «La comunione – replica – non è un premio per i perfetti. È un dono: la presenza di Gesù nella sua Chiesa e nella comunità. Coloro che non stanno nella comunità non possono fare la comunione. Ma questa non è una pena. E il problema non è tanto teologico ma pastorale. E se vediamo la storia della Chiesa, ogni volta che i vescovi hanno gestito un problema non come pastori, si sono schierati sul piano politico». Allora, «cosa deve fare il pastore? Essere pastore, non andare condannando. Ma anche il pastore degli scomunicati? Sì: è pastore e deve essere pastore con lui, essere pastore con lo stile di Dio. E lo stile di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza. Tutta la Bibbia lo dice».
Tra i temi affrontati con i giornalisti, anche la risoluzione del Parlamento europeo sui matrimoni omosessuali. «Il matrimonio è un sacramento e la Chiesa non ha il potere di cambiare i sacramenti così come il Signore li ha istituiti – chiarisce il pontefice -. Ma ci sono leggi che cercano di aiutare la situazione di tanta gente di orientamento sessuale diverso. È importante che vengano aiutati ma senza imporre cose che per la loro natura nella Chiesa non vanno». Se dunque una coppia omosessuale vuole condurre la vita insieme – l’analisi di Francesco – «gli Stati hanno possibilità civilmente di sostenerli, di dare loro sicurezza su eredità, salute e così via. Non solo per gli omosessuali ma per tutte le persone che vogliono associarsi». E come esempio cita il Pacs francese. «Ci siano leggi civili, per le persone, le vedove ad esempio, che vogliano associarsi per ricevere servizi. Ma niente a che vedere con il matrimonio come sacramento. Il matrimonio è matrimonio, è l’unione tra un uomo e una donna». Questo, aggiunge il pontefice, non significa condannare gli omosessuali: «Sono fratelli e sorelle, tutti uguali. Dobbiamo accompagnarli. Bisogna rispettare tutti, il Signore è buono e vuole salvare tutti, ma per favore non fare che la Chiesa rinneghi la sua verità. Tanti omosessuali si accostano al sacramento della penitenza, per chiedere consiglio ai sacerdoti, e la Chiesa li aiuta ad andare avanti nella loro vita. Ma il matrimonio è un’altra cosa».
Inevitabile il riferimento alla pandemia e all’esitazione di tanti verso la vaccinazione. «È strano perché l’umanità ha una storia di amicizia con i vaccini. E da piccoli ne facciamo diversi. E nessuno dice nulla. Adesso invece non solo per la virulenza della pandemia, ma anche per la diversità dei vaccini da quelli tradizionali o per la fama di alcuni vaccini che, dicono, sono poco più di acqua distillata, in tanta gente c’è paura», la riflessione del Papa. «Anche nel collegio cardinalizio ci sono alcuni negazionisti e uno di questi, poveretto, è ricoverato con il virus», prosegue, riferendosi al cardinale Burke. «Ironia della vita». L’invito del pontefice è a «parlarne con serenità. In Vaticano – informa – siamo tutti vaccinati, tranne un piccolo gruppo che si sta studiando come aiutare». Quindi il viaggio a Budapest e in Slovacchia e l’incontro con il primo ministro ungherese Viktor Orban. «Io sono stato visitato, è venuto il presidente da me, ha avuto questo garbo, è la terza volta che lo incontro ed è venuto con il primo ministro e con il vice primo ministro», riferisce Francesco, chiarendo che non si è soffermato di più in Ungheria perché «era già pianificata la visita in Slovacchia. Ma ho promesso al presidente Áder, che ho incontrato per la terza volta, di venire il prossimo anno o l’altro, perché sono tanti i valori degli ungheresi. Mi ha colpito soprattutto il senso dell’ecumenismo».
Orban, rende noto il Papa, ha parlato innanzitutto di ecologia. «Chapeau a voi ungheresi per la coscienza ecologica, ad esempio come vengono purificati i fiumi – le parole riferite da Vatican News -. Poi ho domandato sulla media dell’età, perché sono preoccupato dell’inverno demografico. Una preoccupazione seria. In Italia la media dell’età è 47 anni, in Spagna credo peggio ancora, tanti villaggi sono vuoti o con tanti anziani. Come si risolve? Il presidente mi ha spiegato la legge che loro hanno per aiutare le coppie giovani a sposarsi, ad avere figli. È interessante, è una legge che assomiglia a quella francese, ma più sviluppata. Il premier e il suo vice hanno aggiunto dei particolari tecnici e poi si è tornati sull’ecologia. E poi sulla famiglia: si vede che c’è tanta gente giovane. Anche in Slovacchia. Sono rimasto stupito. Adesso la sfida è che si trovi lavoro per tutti, altrimenti potrebbero emigrare. È stato un bel clima e ha parlato quasi sempre il presidente». Ma «sull’immigrazione, niente»
16 settembre 2021