Caritas italiana accanto a Pakistan e Afghanistan colpiti dal sisma

Centinaia le vittime del terremoto, in Paesi in cui l’organismo pastorale è già impegnato nel sostegno ai piani di sviluppo. Già avviati interventi d’urgenza

Centinaia le vittime del terremoto, in Paesi in cui l’organismo pastorale è già impegnato nel sostegno ai piani di sviluppo. Già avviati interventi d’urgenza

Subito dopo le scosse, nel pomeriggio di ieri, lunedì 26 ottobre, si parlava di 230 vittime. Oggi la conta dei morti del sisma di magnitudo 7,5 gradi che ha colpito alle 14.30 locali il nord dell’Afghanistan e del Pakistan è salita ad almeno 340, a cui vanno aggiunti oltre 2mila feriti. La maggior parte delle vittime, 260, sono nella provincia pachistana di Khyber Pakhtunkhwa e in altre zone tribali nord-occidentali. In Afghanistan i morti sono 82 ed i feriti oltre 300. Tuttavia, informano le autorità, molti villaggi della catena dell’Hindu Kush non sono ancora stati raggiunti dai soccorsi.

Secondo l’Unità di crisi, che dipende direttamente dall’ufficio del primo ministro pachistano, la divisione di Malakand è quella più colpita con circa mille abitazioni danneggiate o distrutte. Inviati sul posto tende e generi di prima necessità, e riaperti dall’esercito diversi collegamenti stradali bloccati dalle frane. In Afghanistan, invece, i danni maggiori si sono registrati nelle province di Badakhshan, Takhar, Baghlan, Parwan, Nangarhar e Kunduz. Intanto, nella notte, sempre nella regione dell’Hindu Kush, è stata registrata una scossa di magnitudo 4,1 gradi con epicentro nella stessa zona del sisma.

Registrate anche due repliche al sisma principale, con identico epicentro, a circa 260 chilometri a nord di Kabul. Il terremoto è stato avvertito anche in tutto il nord indiano, mentre a Islamabad la gente è uscita nelle strade. Le scosse infatti sono state avvertite chiaramente a Lahore, Islamabadm Rawalpindi, Peshawar, Kohat e Malakand. Il governo ha attivato le procedure di emergenza per verificare i danni soprattutto nella parte settentrionale del Pakistan, da giorni peraltro colpita da forti temporali. Ha tremato anche la Capitale Kabul, dove il Senato è stato evacuato mentre era in corso una seduta; in alcune province sono saltate le linee telefoniche cellulari. Terremoto avvertito chiaramente anche a New Delhi, anche se nella Capitale indiana non sembrano esservi danni.

Immediata la vicinanza di Caritas italiana, che ha espresso disponibilità a collaborare per sostenere l’attività di Caritas Pakistan e Caritas India, con cui collabora da anni, insieme ad altri soggetti della rete internazionale e della società civile, anche in Afghanistan. «In attesa di avere un quadro più preciso della situazione – sottolinea il direttore don Francesco Soddu – abbiamo voluto comunque dare un segno di prossimità». In continuità con un’attenzione costante a quell’area, che ha già visto l’organismo pastorale impegnato a contribuire ai programmi di sviluppo e agli interventi di risposta alle frequenti emergenze «con azioni rapide e mirate nel breve periodo e programmi di riabilitazione e ricostruzione nel medio e lungo termine».

I responsabili di Caritas Pakistan e gli altri referenti locali sono già attivati per collaborare alle operazioni di monitoraggio della situazione e di soccorso delle vittime con l’avvio di interventi di urgenza. Già nell’ottobre del 2005 il Pakistan Nord occidentale è stato colpito da un altro tremendo terremoto, che ha causato oltre 73mila vittime e devastazioni in un’intera regione. Per anni Caritas italiana ha seguito un complesso piano di interventi, prima d’urgenza poi di riabilitazione, realizzando progetti per più di 2.6 milioni di euro, sostenendo interventi di Caritas Pakistan e di altri partners locali. Oltre un milione e mezzo di euro è stato poi messo a disposizione da Caritas italiana per far fronte ai danni delle alluvioni che si sono ripetute negli ultimi tre anni.

27 ottobre 2015