Il cardinale Vallini: «Papa Francesco non è isolato»

Il vicario del Papa sottolinea che «tutta la Chiesa gli vuole bene». Anche «il costruttivo confronto delle idee è letto in chiave di sfida, di potere. Metodo fuorviante»

Il vicario del Papa sottolinea che «tutta la Chiesa gli vuole bene». Anche «il costruttivo confronto delle idee è letto in chiave di sfida, di potere. Metodo fuorviante»

«Il Papa non è assolutamente isolato, al contrario la Chiesa, tutta la Chiesa, gli vuole bene e lo segue con fede. Peccato che si voglia seminare zizzania». Il cardinale vicario Agostino Vallini, in un’intervista dedicata in larga parte all’imminente Convegno diocesano, critica alcune recenti «letture giornalistiche» che ipotizzano una presunta «lotta tra il Papa e la Curia» e sottolinea la fedeltà della diocesi di Roma alla sua persona e al suo magistero: «Francesco – ribadisce – è amato dai sacerdoti e dal popolo, fin dal giorno della sua elezione».

Eminenza, fra meno di un mese, dal 14 al 16 giugno, si celebrerà l’annuale Convegno diocesano pastorale. Cosa può dirci al riguardo?
Il Convegno diocesano è la più importante assemblea ecclesiale che la diocesi di Roma celebra ogni anno per verificare e programmare il suo servizio pastorale alla comunità cristiana e alla città. Come è noto, negli ultimi tre anni abbiamo lavorato su come trasmettere la fede alle nuove generazioni attraverso gli itinerari di iniziazione cristiana. Quest’anno il tema del Convegno riguarda particolarmente l’impegno dei genitori dei ragazzi che vivono la tappa dell’ammissione all’Eucarestia e che si preparano alla Cresima. È questo un aspetto particolarmente bisognoso di attenzione, perché spesso proprio i genitori sono poco partecipi ai cammini di fede dei loro figli.

Ma c’è una novità: sarà Papa Francesco a parlare ai genitori nel primo giorno del Convegno.
Sì. Il Santo Padre, come di consueto, aprirà il Convegno diocesano con un suo discorso e quest’anno lo farà incontrando i genitori, insieme ai sacerdoti e ai catechisti. Ci pare una cosa bella ed importante. Dobbiamo far assimilare pazientemente l’idea che l’iniziazione cristiana non è la preparazione ai sacramenti, ma “vita cristiana attraverso i sacramenti”. È un passaggio importante, che richiede un cambiamento di mentalità, in un periodo storico in cui spesso non si può più fare affidamento né sulla rilevanza sociale della fede, né su un tessuto familiare cristiano diffuso. Dunque senza la cooperazione della famiglia anche gli sforzi più generosi dei sacerdoti e dei catechisti sono spesso poco fruttuosi.

In che modo le parrocchie si preparano al Convegno?
Abbiamo pensato che è opportuno che i genitori vengano, in qualche modo, preparati all’incontro col Papa. Per questo ho chiesto ai parroci di indire degli incontri preparatori, una o più volte, con i genitori e i catechisti dei loro figli – la domenica mattina dopo la Messa o in altro momento – e aprire con loto una riflessione sul tema del Convegno, partendo da alcune domande orientative che sono state inviate. Sono incontri aperti anche ai genitori dei fanciulli e dei ragazzi che hanno già ricevuto o riceveranno più avanti i sacramenti. Mi risulta che questo lavoro è già cominciato e che sta andando bene. Io sono molto fiducioso ed incoraggio i genitori a partecipare numerosi: piazza San Pietro può accogliere tutti, domenica pomeriggio 14 giugno, alle ore 18, per l’incontro con il Santo Padre. Il resto lo farà il Papa con il suo coinvolgente carisma pastorale.

A proposito del Papa, mi permetta una domanda. Cosa ci può dire delle ricorrenti notizie giornalistiche secondo cui il Papa sarebbe “isolato”, avrebbe degli “avversari”, dei “nemici” nella Curia romana e tra i cardinali? Se fosse vero, ne saremmo addolorati.
Certamente. Io sono addolorato lo stesso e molto, per il solo fatto che si scrivono queste cose che, a mio giudizio, sono false. Faccio soltanto due considerazioni. Il Papa è stato eletto da un Collegio cardinalizio che ha riposto in lui la massima fiducia, in un atto importante, qual è il Conclave, e lo ha fatto con spirito di fede e di responsabilità. In Papa Francesco tutti abbiamo visto e vediamo il pastore scelto dal Signore e a lui abbiamo prestato e prestiamo obbedienza e filiale rispetto, nello spirito del giuramento di fedeltà al Papa, “usque ad effusionem sanguinis”, che ogni cardinale emette nel giorno in cui è aggregato al Collegio cardinalizio. Dunque, a queste letture giornalistiche mi rifiuto di dare credito. Semmai me le spiego.

E come se le spiega ?
Se lei fa attenzione, si accorgerà facilmente della provenienza di queste notizie e di queste analisi. Vengono sempre dagli stessi giornalisti e dalle stesse testate. La cosa non meraviglia. Chi è abituato a fare l’analista politico, ideologicamente orientato, ha la deformazione professionale – forse anche in buona fede – di insinuare e interpretare i fatti nell’ottica della contrapposizione politica. Questo criterio ermeneutico, applicato alla Chiesa, falsa la realtà. Anche il normale e costruttivo confronto delle idee – voluto e incoraggiato dal Papa stesso – è letto in chiave di potere, di resistenza, di sfida, di lotta. Nelle interviste le domande spesso vengono poste volutamente in un certo modo, qualche termine o inciso viene amplificato ad arte, così da cucire su misura una tesi preconfezionata. Questo metodo di leggere la realtà a me sembra fuorviante. Non escludo che qualche espressione nell’intervista a qualche cardinale o altro ecclesiastico possa prestarsi ad una errata interpretazione complessiva della vita della Chiesa; e dunque sarebbe meglio essere più cauti. Ma da questo a figurare una lotta tra il Papa e la Curia, ci corre. Sono membro di vari organismi della Curia, partecipo regolarmente ad incontri e riunioni riservate, non ho mai ascoltato giudizi o pareri che qualche giornale vorrebbe accreditare. La Chiesa, grazie a Dio, popolo e pastori, è un’altra cosa. Il Papa non è assolutamente isolato, al contrario la Chiesa, tutta la Chiesa, gli vuole bene e lo segue con fede. Peccato che si voglia seminare zizzania.

La diocesi di Roma come aiuta il Papa?
Posso dirle che Papa Francesco è il nostro Vescovo, e dunque nutriamo per lui obbedienza sincera, devozione e affetto. È amato dai sacerdoti e dal popolo, fin dal giorno della sua elezione. Tutti i parroci vorrebbero che il Papa visitasse le loro parrocchie; uno stuolo continuo di persone mi chiede di partecipare alla Messa a Santa Marta. Ogni incontro con lui è una festa. Dico di più: non si tratta soltanto di entusiasmo passeggero; il Papa è entrato nei cuori dei romani, che vedono in lui la loro guida spirituale e un grande riferimento morale e sociale. Anche persone lontane dalla fede mi hanno confessato di voler rivedere le loro posizioni spirituali, grazie alla parola e alla testimonianza di Papa Francesco. Stima e rispetto circondano la sua persona: il Papa è la vera e più alta autorità morale del nostro tempo. Ne abbiamo tante prove. Il suo amore ai poveri ci incoraggia a riformare stili di vita e impegno per la giustizia sociale e il bene comune. Noi pastori inoltre troviamo nel suo magistero e nella sua testimonianza conferma ed impulso alla realizzazione del progetto pastorale che stiamo portando avanti. L’esortazione apostolica Evangelii gaudium l’abbiamo accolta con gratitudine, l’abbiamo studiata per un anno intero ed orienta un più incisivo impegno nello sviluppo della nostra pastorale missionaria.

 

18 maggio 2015