Monsignor Galantino sul nuovo Vatileaks: «Un attacco alla Chiesa»

Il segretario generale della Cei interviene sulla fuga di documenti riservati dal Vaticano: «A qualcuno fa paura il rinnovamento di Papa Francesco»

Il segretario generale della Cei interviene sulla fuga di documenti riservati dal Vaticano: «A qualcuno fa paura il rinnovamento di Papa Francesco»

Ne ha parlato in un’intervista congiunta a Tg2000 e inBlu Radio, il segretario generale della Cei Nunzio Galantino: il nuovo caso Vatileaks, con la fuga di documenti riservati dal Vaticano, «è un attacco alla Chiesa ma non saprei da dove viene. Sicuramente a qualcuno sta facendo paura il processo di rinnovamento che Papa Francesco sta portando avanti». Per il presule, una Chiesa «che comincia a essere inattacabile su alcuni punti, che comincia a essere credibile agli occhi anche dei non credenti» sta «facendo perdere la ragione a qualcuno».

Alcuni attacchi, ribadisce il segretario della Cei, sono «assolutamente ingiustificati. Questi quattro signori – incalza – se è vero che hanno detto di aver agito per il bene del Papa, hanno detto delle cretinate e sanno di mentire perché non si vuole bene a una persona pugnalandola alle spalle o rubandole conversazioni private e facendo male alla Chiesa. Si vuole coprire con una foglia di fico un furto e una mancanza di fiducia. È un gesto esecrabile».

L’auspicio di Galantino è che «chi nella nostra Chiesa sta facendo più fatica ad accogliere i ritmi e le logiche di Papa Francesco, che in realtà sono i ritmi e le logiche del Vangelo, venga aiutato da questi scossoni». E che chi fa più fatica ad accogliere il rinnovamento venga messo davanti alla realtà di certi comportamenti «e dica: “Così non va bene, non faccio bene alla Chiesa”». Paradossalmente, «questo potrebbe diventare un fatto positivo che smobilita determinate modalità».

Francesco da parte sua, rileva ancora monsignor Galantino, «non è particolarmente amareggiato», anche se «qualsiasi figlio della Chiesa davanti a questi attacchi concentrici non può rimanere indifferente». L’invito allora è a stargli vicino «prendendo sul serio il suo invito “Pregate per me”. Preghiamo veramente affinché illumini il Santo Padre, chi sta a più contatto con lui e tutti i credenti a leggere in maniera diversa quello che sta avvenendo». Non si tratta, rimarca il presule, di «una debacle per la Chiesa» ma di «un momento bello in cui stanno emergendo le negatività e le fragilità. Quando il peccato viene fuori, fa male, ma è un momento positivo».

Un’ultima osservazione riguarda i bilanci della Cei, che «non sono segreti o criptati: li conoscono tutti e sono pubblici». Proprio per questo, «tutti – sottolinea il presule – stanno vedendo cosa sta facendo la Chiesa con l’8xmille: oggi ci sono 700 cantieri aperti per il restauro dei beni culturali, per l’edilizia di culto, 1.600 realtà della Caritas che stanno aperte per dare risposte che molte volte lo Stato non riesce a dare, 6 milioni di pasti all’anno distribuiti in tutta Italia ma anche gli aiuti per queste ultime calamità». La conclusione è che «chi non è male intenzionato capisce la faziosità di certe osservazioni».

4 novembre 2015