Madonna di Montesanto: riemerge la firma sulla pala d’altare

Dopo il restauro del dipinto, nella Chiesa degli artisti in piazza del Popolo, scoperto l’autore dell’opera: è il primo architetto donna della storia

Dopo il restauro del dipinto, nella Chiesa degli artisti in piazza del Popolo, scoperto l’autore dell’opera: è il primo architetto donna della storia 

Riemerge il nome della pittrice che lo ha realizzato e torna all’antico splendore. Una nuova vita scorre, dopo il restauro, nel dipinto raffigurante la Madonna di Montesanto, pala dell’altare maggiore della basilica a lei dedicata, in piazza del Popolo, e nota come la chiesa degli Artisti. Un intervento possibile grazie alla volontà di Lucia Mirisola Magni, che lo ha fatto realizzare in ricordo del marito, il celebre autore e regista Gigi Magni, che viveva nella vicina via del Babuino e frequentava proprio la chiesa che si affaccia su piazza del Popolo.

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Tanti i volti noti del mondo del cinema e del teatro che hanno partecipato alla Messa in suffragio del regista, ieri, domenica 20 novembre, e che si sono stretti attorno a sua moglie. Da Franco Nero ad Antonello Avallone, da Simona Marchini a Maria Rosaria Omaggio. Tutti hanno condiviso nella loro esperienza artistica le sue intuizioni.

«L’idea di questo restauro – spiega il rettore don Walter Insero – è nata dal rapporto speciale che lega Lucia Magni alla Madonna e a questa chiesa», luogo in cui pregava con Gigi. «È una devozione profonda e ho scelto con gioia di fare questo dono», ribadisce la moglie del regista. Dopo la celebrazione, il momento della presentazione del restauro dell’opera che risale alla prima metà del seicento.

Un lavoro che ha permesso di ritrovare sul retro della tela la firma autentica della pittrice Plautilla Bricci. e uno scritto anch’esso autentico e autografo dei Padri Carmelitani, proprietari dell’opera. «Si tratta di uno scritto che finalmente conferma l’origine e la storia del dipinto descrivendo le successive collocazioni nei secoli fino alla definitiva sistemazione dell’immagine nell’abside della chiesa di Santa Maria in Monte Santo», aggiunge don Insero.

Il manoscritto, incollato sul retro del pannello ligneo sul quale era inchiodata la tela prima del restauro, riporta la genesi dell’icona mariana, legata a un evento miracoloso. Si racconta che Plautilla Bricci, pittrice romana ma anche prima donna architetto di cui si ha memoria, abbia avuto qualche difficoltà nell’ombreggiare il volto di Maria e, a un certo punto, abbia deciso di deporre il pennello e riposare; al risveglio trovò il volto della Vergine rifinito alla perfezione.

Principale committente di Plautilla fu l’abate Elpidio Benedetti, segretario del cardinale Giulio Mazzarino, per il quale progettò e decorò la Villa Benedetta (1663-1667) fuori Porta San Pancrazio, distrutta durante l’assedio di Roma del 1849. Tra le novità emerse dal restauro dell’opera, spiega Elena Scarfò, storica dell’arte che ha lavorato sul dipinto, l’individuazione di un supporto diverso: «Il dipinto su tavola si è scoperto essere su tela, perché il pannello in legno dal quale è stato staccato non era il supporto reale».

Il restauro è stato condotto dall’impresa Pantone Restauri srl, nota per aver effettuato importanti interventi nella stessa chiesa e in altri monumenti romani di rilievo come il Pantheon e la Domus Aurea di Nerone.

 

21 novembre 2016