Presentati dal direttore Paolo Ruffini i nuovi palinsesti: 80 produzioni e 150 film, le dirette degli eventi con il Papa e tanti nuovi programmi. Rafforzata anche l’informazione

«I nostri programmi vogliono creare condivisione profonda fra le persone. Questo fa la differenza. Fra ciò che ha senso e ciò che non lo ha. Tv2000 e InBlu Radio non sono una tv e una radio per pochi ma per tutti». Paolo Ruffini, direttore di rete di Tv2000 e InBlu Radio, ha indicato la caratteristica principale delle emittenti della Cei. L’occasione è stata la presentazione a Roma, ieri martedì 18 luglio, dei nuovi palinsesti. Una programmazione forte di oltre 80 produzioni e di 150 film, molti dei quali in prima visione, delle dirette degli eventi con il Papa e di nuovi programmi: da “Caro, virgola” con i video-selfie per Francesco e altri personaggi famosi a “Missione possibile”, condotto dall’inviato di Striscia la Notizia Max Laudadio, in quattro periferie del mondo. E poi “Segreti, i misteri della storia” dell’attore Cesare Bocci; “Ritratti di coraggio” con Paola Saluzzi; “Italiani anche noi”, una scuola di lingua per stranieri con lo scrittore Eraldo Affinati ed “Happy” di Chiara Salvo su come essere diversi e vivere felici. Confermati i format più seguiti: da “Bel tempo si spera” a “Siamo Noi”, da “Il diario di Papa Francesco” a “Soul”. E anche i volti noti, come Licia Colò, Arianna Ciampoli e Giovanni Scifoni, ai quali si aggiungono l’attrice Beatrice Fazi che condurrà “Per sempre”, un programma sul matrimonio, l’artista gesuita Marko Ivan Rupnik con “La Santa Bellezza” e il cappellano del carcere di Padova, don Marco Pozza, che approfondirà il “Padre Nostro”. Si rafforza anche l’informazione. Tornano le tre edizioni del telegiornale: alle 12, alle 18,30 e alle 20,30.  

Quale filo conduttore accomuna i nuovi programmi?
Dare un orizzonte di senso. È questo che vogliamo fare. Ciò che tiene insieme tutto è la ricerca di senso nella comprensione e nel racconto del mondo. Tra i programmi nuovi, ad esempio, la troviamo in quelli che approfondiscono il significato di essere italiani. È un fatto di sangue o di cultura? Le nostre radici escludono o includono? Ne parlano “Italiani anche noi” di Eraldo Affinati e “Angeli del mare”, dedicato a coloro che soccorrono i migranti che scappano dal loro Paese.

Tanta l’attenzione rivolta anche alle periferie.
Vogliamo raccontare le periferie italiane e non. Tra le realtà che Max Laudadio ci porta a scoprire in “Missione possibile”, ad esempio, c’è quella di Haiti. Andare nelle periferie però non significa solo andare ai confini del mondo. Noi europei crediamo di essere il centro del mondo ma non lo siamo. Il Papa ci ricorda che la periferia è anche il luogo in cui viviamo. E nei nostri programmi lo teniamo presente.

Il cardinale Bassetti, presidente della Cei, ospite a “Il diario di Papa Francesco”, ha invitato ad «andare incontro alle sfide che il mondo ci offre» anche attraverso i media e, in particolare, attraverso Tv2000. Voi come le affrontate?
La televisione dovrebbe essere uno sguardo sul mondo. Uno sguardo capace di sorprendersi e di sorprendere, ma anche di raccontare cose che non sono viste. Questo è ciò che proviamo a fare. In tv si usa tanto un vocabolo che è “share”. “To share” in inglese significa condividere. Il mondo della televisione spesso perde questo senso e utilizza lo “share” come un numero che misura una grandezza solitaria. La condivisione invece nasce da una relazione e da un incontro. Ecco il senso della periferia: scoprire cosa c’è accanto a te e non lontano da te.

Proprio lo share indica che Tv2000 al mattino è la settima tv nazionale. Gli ascolti sono cresciuti del 12% nella stagione primaverile 2017 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Come legge questi dati?
Einstein diceva che «non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato». I numeri sono importanti ma all’interno di quei numeri cerchiamo una qualità. Siamo molto contenti di stare crescendo. Vuol dire che la nostra proposta incontra sempre più persone che scoprono un orizzonte di senso. Che i nostri film hanno un senso ma sono anche belli. Che i nostri programmi hanno una passione. Quindi, la bellezza dei nostri numeri è che misurano una qualità e una quantità che cresce in un momento in cui altre quantità decrescono. Noi stiamo piantando dei semi con la giusta pazienza per aspettare che diano frutto. E lo stiamo facendo con l’orgoglio di avere qualcosa da dire.

19 luglio 2017