I sistemi di pagamento, l’importanza della competenza

Una panoramica sui principali mezzi oggi disponibili e sul loro funzionamento, nella prospettiva di poter gestire al meglio il bilancio familiare. L’insidia delle “carte revolving”

C’erano un tempo le monete. Potemmo iniziare così questo nostro appuntamento di educazione finanziaria che ha l’intento di presentare una breve panoramica dei molti modi con i quali, oggi, è possibile fare acquisti e di come cambia, da un modo all’altro, la capacità di gestire le nostre risorse economiche.  Abbiamo visto infatti la scorsa volta come si possono tenere i conti in famiglia affinché non manchi nulla del necessario e, se possibile oltre quello, anche di ciò che desideriamo. Stiamo certamente assistendo (e partecipando attivamente!) a una grande trasformazione che in pochi anni ha portato, sempre più velocemente, il denaro fuori dalla nostra sfera sensoriale: non lo vediamo, non se ne sentiamo il fruscio o il tintinnio; non pesa, non riempie, non si tocca e non si divide. Il denaro è sempre più un numero, da visualizzare sul monitor di un computer o sui nostri inseparabili dispositivi mobili che rappresentano l’interfaccia di comunicazione con quell’entità numerica equivalente che esprime il nostro potenziale di ricchezza: tanta o poca che sia, in attivo o in perdita che si trovi.

Abbiamo in tal modo, da un lato, la più grande esperienza di semplificazione nella tracciabilità del denaro, controllando esattamente ciò che entra ed esce da quel contenitore virtuale che chiamiamo “conto corrente”, al quale nulla sfugge dei movimenti effettuati; eppure dall’altro lato, molto spesso, non riusciamo a renderci conto di dove, come e quanto stiamo spendendo e soprattutto se riusciamo in tal modo a prevedere le diverse esigenze nel tempo. L’esperienza delle nostre nonne (erano loro a gestire la cassa) racconta di buste dedicate alle varie attività nelle quali veniva ripartito il denaro “fisico” che entrava in casa: una per la spesa alimentare, una per il vestiario, un’altra per le bollette e ancora, se ce n’era la possibilità, per le vacanze o gli extra (mangiar fuori, le serate a ballare, il cinema, il teatro…). Oggi le aziende fanno preventivi di spesa attraverso i cosiddetti “budget” economici previsionali, attraverso i quali riuscire a fronteggiare tutte le necessità, senza trovarsi in qualche momento in difetto di liquidità.

Ed ecco allora la necessità di dare qualche informazione sugli strumenti principali di pagamento, sul loro funzionamento nella prospettiva di poter gestire meglio attraverso di essi il nostro Bilancio familiare. Non possiamo senz’altro permetterci di tornare ai modi delle nonne, ma non dimentichiamoci che nel loro “metodo” c’era qualcosa di buono. Oltre ai contanti oggi abbiamo a disposizione strumenti di pagamento quali carte di debito; carte di credito; carte di credito rateale; piattaforme di pagamento realizzate da terze parti per l’intermediazione tra acquirente e venditore (che molto spesso troviamo nei nostri dispositivi nei pagamenti on line, nei sistemi di pagamento della pubblica amministrazione o delle società di energia); bonifici bancari; assegni circolari; assegni di conto corrente; pagamenti ricorrenti effettuati con RID, SDD, MAV… Proviamo a dividerli in grandi famiglie, leggendone le specificità e le differenze, iniziando dalle “carte”.

carte di credito“Carte di debito”: in questo caso la spesa viene immediatamente sottratta (addebitata) al conto corrente del titolare. Sono emesse per lo più dall’istituto bancario presso il quale si apre il conto corrente e legate al cosiddetto circuito Pagobancomat, ma spesso anche altri circuiti internazionali (europei per lo più) come Maestro e Visa. Sono lo strumento con il quale è possibile prelevare al Bancomat e con esse si può spendere sino all’esaurimento dei soldi sul conto e secondo i limiti di spesa impostati al momento della sottoscrizione. La banca invia ogni tre mesi la lista movimenti a casa del correntista, sempre disponibile e aggiornata nell’home banking al sito internet della propria banca, o sulle app predisposte dall’istituto di credito. Per questo è relativamente semplice controllarne l’utilizzo e regolarsi di conseguenza.

“Carte di credito”: attraverso di esse, come noto, la spesa fatta oggi verrà addebitata sul conto a una precisa data del mese successivo. Realizzano di fatto un credito, prestano per un tempo ristretto il denaro necessario alle spese che si provvederà a pagare il mese successivo. Questo significa che posso spendere anche ciò che al momento non ho sul conto, ma se non ci sono disponibilità sul conto al momento dell’incasso…si diventa debitori insolventi! Ad emetterle non sono le banche direttamente ma agenzie di credito che anticipano il denaro per riaverlo dalla banca alla scadenza programmata, che a sua volta lo addebita sul conto del titolare possessore. Questi strumenti di pagamento trovano un ampio utilizzo quando si viaggia all’estero, in particolare fuori dalla Comunità europea dove gli strumenti “a debito” non sono sempre riconosciuti. Le agenzie più famose ad operare sono Visa, American Express, Maestro, … Diversamente dalle carte di debito, queste carte hanno un costo, sia all’emissione che al rinnovo.

“Carte revolving”: offrono la possibilità di rateizzare le spese in pagamenti mensili il cui importo varia a seconda dell’uso che si è fatto della carta. Costituiscono un vero e proprio prestito variabile. Il plafond, ovvero l’importo massino di spesa consentito, può variare da 3 a 5mila euro con un costo operativo (interesse applicato sull’intero importo utilizzato al momento) non inferiore al 19/20%. Questo strumento è molto insidioso, poiché con grande facilità ci si ritrova “indebitati” dell’importo massimo rischiando così di trovarsi in difficoltà nella restituzione dell’importo prelevato, restando per lungo tempo legati a doppio filo al debito. Questo effetto è amplificato dal meccanismo per il quale il suo utilizzo si arresta solo quando si è giunti alla capienza massima stabilita (3mila/5mila euro) e, quindi, al costo massimo della rata mensile, ma le quantità restituite mensilmente restituiscono nuovamente alla carta la possibilità di spesa. Pertanto, se integro in tre mesi 400 euro di capitale, posso nuovamente tornare a spendere lo stesso importo riportando in tal modo nuovamente al limite massimo il finanziamento. La carta revolving è pensata dunque per coloro che, per ragioni varie, preferiscono non addebitare in una unica soluzione i movimenti di spesa prediligendo pagare ratealmente, sia pure a un tasso non certamente conveniente, contando sulla capacità reddituale dalla quale poter sostenere, senza fatica, la rata massima che emerge dal finanziamento concesso attraverso la carta.

Per tutte le carte di credito, sia standard che revolving, il rendiconto delle spese è separato dalla lista movimenti della banca: in tal modo per sapere quanto si è speso, per cosa e quando e, soprattutto, quanto si è restituito, è necessario consultare altri registri, spesso contenuti in applicazioni specifiche accessibili da computer, sul telefono o su tablet, in alcuni casi dall’help desk (servizio telefonico) dell’agenzia che ha rilasciato la carta.

Non è difficile comprendere allora come la dematerializzazione del denaro apra a possibilità molto interessanti per gestire le nostre risorse, rendendo possibili soluzioni di pagamento e, come abbiamo visto, anche di finanziamento immediato. Queste possibilità, tuttavia, hanno bisogno di essere valutate in relazione all’uso e al soggetto che se ne avvale. Nel senso di renderle adatte alle specifiche esigenze, rispettandone maggiormente lo scopo per il quale sono state pensate, in relazione al profilo più idoneo che la deve possedere. Quanto più i sistemi di pagamento rinviano o prorogano l’addebito della spesa, tanto più hanno necessità di essere controllati e gestiti affinché non si trasformino in un progressivo meccanismo di indebitamento. Un errore spesso non considerato è di concedere una carta di credito o una revolving in alternativa a un piccolo finanziamento; oppure concedere una revolving in omaggio quando si sottoscrive un piccolo finanziamento al consumo o per esigenze di liquidità. Allo stesso modo la carta di credito è utile se si fanno viaggi intercontinentali, in Europa infatti non ha quasi più alcun utilizzo privilegiato.

Non possiamo certamente tornare alle buste delle nostre nonne, ma all’evolversi delle possibilità e delle potenzialità deve corrispondere un’adeguata competenza di gestione, senza la quale rischiamo tutti di non essere più “padroni” del nostro denaro ma sottilmente diretti anche dagli strumenti finanziari e, costantemente, schiacciati unicamente nel presente, di essere incapaci di dare priorità, scegliendo con cura l’uso che vogliamo fare delle nostre risorse. Torneremo nel prossimo appuntamento sui sistemi di pagamento che passano per enti terzi vedendo come sono regolati i rapporti tra banca, agenzie e correntista.

23 novembre 2022