Le agostiniane a Monti, «siamo creati per la felicità»

La priora: «Alla porta bussano persone infelici, chiedono preghiera e conforto». I poveri trovano pane e un sorriso

La ruota, simbolo della clausura, spicca all’ingresso del monastero agostiniano di Santa Lucia, nel rione Monti, a Roma. Una voce cristallina invita a entrare in parlatorio dove c’è del caffè caldo e dei dolci. «Li abbiamo fatti noi», dice la priora Sofia Carnevale. Lei è entrata in monastero che aveva 14 anni, il 10 marzo del 1951. «Mio padre era molto credente, iniziava la sua giornata con la Santa Messa, pregava sempre. I miei genitori mi hanno messo nel cuore l’amore di Dio. Quando sono nata, era il 1° gennaio, faceva molto freddo. In casa non c’era il riscaldamento e mi sono ammalata, allora mia madre mi ha consacrata al Signore e sento forte la bellezza di questo rapporto con Dio».

In monastero vivono 23 monache, di cui 5 italiane e il resto filippine. La comunità ha fondato tre nuovi monasteri agostiniani, nel 1985 nelle Filippine, nel 2000 in Romania e nel 2007 in Canada. «La vita contemplativa agostiniana è molto bella, riempie di vera gioia, il resto è spazzatura», continua la priora. Guardando oltre grate vede un mondo infelice, solo, sconvolto soprattutto dalle divisioni che stanno distruggendo le famiglie.

«Alla porta bussano continuamente persone infelici. Questo tempo è malato di assenza di fede. Si crede nel denaro e nel potere, che danno gioie momentanee e lasciano una profonda sofferenza e solitudine». Per la comunità delle agostiniane ci sono profondi travagli nelle famiglie, «ogni incomprensione è motivo di divisione. Vivere insieme vuol dire comprendere e aver pazienza con l’altro. Se non impariamo questo saremo sempre divisi e tormentati. Dobbiamo lasciar tacere quella voglia di voler comandare l’uno sull’altro», sottolineano le monache. In monastero tanti vanno a cercare ristoro. «Chiedono la nostra preghiera e una parola di conforto per ritrovare pace e serenità», dicono le agostiniane.

«Alcune persone vengono a pregare la nostra patrona Santa Lucia per la guarigione della vista, altre, malate di cancro, pregano la nostra serva di Dio suor Angela Caterina Borgia per ottenere la guarigione. La Borgia è una mistica che ha vissuto in questo monastero. Si racconta che quando era in vita la sua preghiera abbia salvato delle persone. Il cuore è seppellito in sacrestia. Faceva una vita di preghiera e di penitenza», dicono le claustrali. A bussare anche tanti poveri che trovano il pane e un sorriso. «Tutti i giorni vengono e diamo quello che possiamo».

Cosa dite a questo mondo malato di tristezza? «Siamo creati per la felicità. Si può trovare la gioia. Come? Apprezzando i talenti che Dio ci ha dato, solo così la vita riparte. Serve un cammino spirituale, dobbiamo ascoltare le illuminazioni dello Spirito, non dobbiamo soffocare questo spirito che ci guida», dice la priora Sofia Carnevale.

Poi c’è uno strumento potente ed è la preghiera. «Il Signore ci paga per il bene che facciamo. Noi su questa Terra siamo ospiti, la ricompensa non è quella che ci danno gli uomini. Siamo venuti in questo mondo senza niente, l’unica cosa di cui le nostre mani devono essere piene è la carità». E la priora ricorda un episodio della sua infanzia. «Da bambina con la mia famiglia andavo a piedi da Boville a Veroli, in provincia di Frosinone. Lungo il cammino avevo sete, allora se non avevamo acqua, mia madre mi diceva di fare delle mortificazioni per salvare un’anima, una persona che era in difficoltà. “Non preoccuparti vai avanti, fai una piccola mortificazione. Offri per una persona che sta soffrendo”, mi diceva. Ed io ero molto contenta perché il mio sacrificio serviva per un’altra persona. Dobbiamo tornare a questa semplicità del dono, come i bambini. Ed anche alla capacità di sacrificarci».

Dove trovare la fonte della gioia? «La mia giornata inizia con la Messa, ma la Parola di Dio e l’Eucaristia rimangono dentro di me tutto il giorno e questo mi dà una gioia e una pace che vengono dal cuore. E mi danno forza». Spesso c’è chi bussa, ma non trovano risposte. «Siamo convinti che Dio dorma, ma in realtà siamo noi che dormiamo. Mettiamo tutte le nostre energie nell’amore umano, ma dobbiamo ricordare che non ha resistenza, solo Dio è fedele in assoluto». E, sorridendo, le agostiniane ci salutano.

4 giugno 2019