Microcredito, motore di sviluppo della persona

Due le forme: una diretta allo sviluppo imprenditoriale e l’altra finalizzata all’inclusione sociale. La normativa, le modalità, gli importi erogabili. L’Ente nazionale dedicato

Se il sogno di una vita è quello di mettersi in proprio creando un’impresa, aprire un’attività artigianale o di vendita e per questo servono le risorse finanziarie, è possibile guardare alle possibilità offerte dal microcredito. Un’esperienza virtuosa sviluppata alcuni decenni fa grazie al premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus che, nel 1976, fondò in Bangladesh la Grameen Bank, la Banca del villaggio. Il suo intento era di rispondere alle condizioni di povertà attraverso un prestito costruito sulla fiducia, dato a persone povere dentro un vero e proprio percorso di “capacitazione” e responsabilizzazione della persona beneficiaria del prestito, facendo così dello strumento finanziario un motore di sviluppo della persona, permettendole di generare reddito, occupazione, autonomia finanziaria e di impattare positivamente sulla comunità.

In Europa, e in Italia soprattutto, il microcredito è stato regolamentato con precisione nel 2014 e inizia a essere oggi una forma di finanziamento con un discreto volume di operazioni e di operatori dedicati. In particolare, la normativa italiana lo declina in due forme possibili a seconda degli indirizzi specifici a cui il prestito è finalizzato: una prima forma è diretta allo sviluppo imprenditoriale mentre l’altra è intesa come strumento di supporto finanziario all’inclusione sociale, come strumento di contrasto al credito illegale diretto a soggetti fragili per fronteggiare particolari situazioni di difficoltà. In questo caso il microcredito assume l’aggettivo “sociale”.

economia, credito, risparmio, debitoCiò che distingue in generale il microcredito da qualsiasi altra forma di credito è la presenza di due elementi: l’impossibilità dei soggetti beneficiari di poter accedere autonomamente agli strumenti ordinari di credito e la presenza obbligata di servizi di accompagnamento, detti Servizi ausiliari non finanziari. Il compito di questi Servizi è di aiutare il potenziale beneficiario nell’elaborare la propria idea imprenditoriale, analizzandola sia sotto il profilo economico e dello sviluppo delle proprie potenzialità, che del valore sociale e di inclusione che questo potrà produrre. Nel caso di microcredito sociale invece l’oggetto della valutazione è la congruità della richiesta di denaro in relazione alla condizione stessa del beneficiario che riguarda quindi la finalizzazione del prestito, il suo effetto migliorativo della condizione di disagio e naturalmente la capacità di restituzione considerando sia il bilancio familiare, costruito e documentato, sia la dimensione comunitaria che completa il supporto con un accompagnamento sociale oltre quello finanziario.

L’importo massimo erogabile per le future imprese è di 40mila euro e, in questo caso, la banca che lo eroga può ottenere garanzia pubblica dal fondo per le piccole e medie imprese (Mediocredito Centrale). Per gli interventi a carattere sociale il finanziamento non può superare i 10.000 euro e, per il momento, non vi sono forme apposite di garanzia pubblica. Pertanto, l’esperienza del microcredito sociale è affidata prevalentemente ad organizzazioni che operano nei servizi alla persona in grado di predisporre appositi progetti e collaborazioni con gli intermediari finanziari.

consulenza, credito, prestito, banca, debitoAl fine di promuovere e coordinare le azioni per lo sviluppo dell’esperienza di microcredito è stato istituito l’Ente nazionale per il microcredito. Il suo compito principale è far crescere sul territorio la presenza qualificata dei Servizi ausiliari, snodo fondamentale della proposta, e favorire presso le banche la realizzazione di appositi canali e prodotti di credito. Per questo l’Ente è custode di un elenco di tutor – professionisti, associazioni, società, imprese sociali – che sono riconosciuti idonei a svolgere i servizi di supporto al microcredito avendo superato una apposita valutazione

L’accesso a queste forme di finanziamento di microcredito è generalmente mediato dalle banche convenzionate con l’Ente nazionale per il microcredito, oppure, come nel caso del Microcredito di Roma Capitale, l’offerta può essere predisposta da istituzioni pubbliche. In altre situazioni, soprattutto per il microcredito sociale, alcune associazioni/fondazioni private possono garantire o, in alcuni casi, erogare direttamente il finanziamento. In entrambe le forme il microcredito rappresenta oggi una forma di finanziamento promettente, la cui sperimentazione potrà contribuire senz’altro allo sviluppo di forme di inclusione finanziaria e sociale, favorendo l’incontro di due mondi e due “culture” apparentemente distanti: da una parte gli strumenti e le logiche del credito, dall’altra le sensibilità e le capacità progettuali tipiche dell’inclusione sociale. Gli uni e gli altri possono avere una grande opportunità nel conquistare un’adeguata sintesi tra le due prospettive, sviluppando un’azione concreta di tutoraggio competente in entrambe le dimensioni dando al denaro la giusta valorizzazione di mezzo per la crescita della qualità della vita di singoli e di comunità.

22 marzo 2023