Quando la Giustizia incontra i giovani delle scuole

I ragazzi del liceo Dante Alighieri in vista alla Corte d’Appello. Il presidente Panzani: «Spazi insufficienti, non sappiamo dove mettere i magistrati»

Organizzata dall’associazione Yourfuture la visita degli studenti del liceo Dante Alighieri alla Corte d’Appello di Roma. L’obiettivo: conoscere più da vicino il sistema giudiziario

«Non sappiamo letteralmente dove mettere i magistrati: i locali della Corte d’Appello sono insufficienti e molti di loro devono lavorare da casa perché non hanno un ufficio, mentre i tre palazzi del Tribunale di piazzale Clodio versano in uno stato di degrado che preoccupa. Sappiamo che c’è la crisi, però è necessario che il Governo intervenga perché l’amministrazione della giustizia è una delle funzioni fondamentali dello Stato». Così Luciano Panzani, presidente della Corte d’Appello di Roma, ha fotografato la condizione nella quale si trova a operare oggi la giustizia romana. Lo ha fatto ieri mattina, mercoledì 18 febbraio, di fronte agli studenti dell’ultimo anno del liceo classico “Dante Alighieri”, invitati presso la sede della Corte d’Appello capitolina per conoscere più da vicino il sistema giudiziario e i magistrati.

Quella italiana è una giustizia che deve fare i conti non solo con la carenza degli spazi ma anche del personale, sia giudiziario che amministrativo. «I magistrati per legge in Italia dovrebbero essere 10.115 – ha sottolineato Fabio Massimo Gallo, presidente della sezione Lavoro presso la Corte d’Appello di Roma – ma in realtà ci sono appena 8.600 magistrati in servizio. I concorsi vanno a rilento e spesso non si coprono neanche i posti messi a disposizione perché c’è una dura selezione agli scritti».

A questi fattori esplosivi si deve aggiungere «un codice che non è degno di un Paese civile», ha aggiunto Alberto Cozzella, sostituto procuratore generale presso la stessa Corte d’Appello, citando a titolo di esempio l’obbligo di astensione richiesto al giudice. Quest’ultimo, infatti, se ha preso parte a un processo a carico di un imputato non può essere coinvolto in un procedimento nel quale un’altra persona sia imputata per lo stesso fatto. Con conseguenze che contribuiscono non poco a determinare la proverbiale lentezza e lunghezza dei processi italiani.

Per un’intera mattinata i ragazzi sono stati a contatto con i magistrati, assistendo anche all’udienza di un processo penale, e se una cosa chiedono alla giustizia è proprio quella di velocizzare i propri tempi. «Sicuramente ci sono contraddizioni e difficoltà nel lavoro dei magistrati, ma non è tutto come ci viene descritto dai giornali. Per ora mi ha colpito solamente la durata eccessiva dei processi, ma in futuro mi auguro di trovare altri aspetti da risolvere nel sistema giuridico», ha osservato il diciottenne Giacomo Solfaroli, che ha già le idee chiare sul tipo di percorso universitario da intraprendere.

Anche a questo, infatti, puntava l’incontro organizzato da Yourfuture – YF, associazione che si propone come un “ponte” tra il mondo giovanile e le istituzioni, ispirandosi ai principi della solidarietà e dell’equità sociale. «Questa mattinata – ha commentato soddisfatto il presidente Giovanni Cinque – ha avuto un duplice obiettivo: da una parte orientare i ragazzi all’ingresso nel mondo del lavoro; dall’altra, avvicinarli alla legalità». L’evento rientra in un progetto di incontri organizzati in collaborazione con lo storico liceo classico romano “Dante Alighieri” e accoglie le indicazioni del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini a utilizzare la formazione come la più efficace azione di contrasto alla criminalità.

19 febbraio 2015