Difficoltà per rate insolute, la paura cattiva consigliera

Opportuno evitare scelte rischiose e poco lungimiranti di fronte alle difficoltà che si presentano nel garantire la puntualità nel rimborso dei finanziamenti

Abbiamo visto come siano possibili diverse forme di finanziamento: dal semplice affidamento in conto corrente ai mutui ipotecari; passando per i prestiti personali, quelli di cessione del quinto dello stipendio o anche di microcredito garantiti da servizi ausiliari e fondi opportuni. Proviamo oggi a dire qualcosa sulle difficoltà che possono insorgere durante il tempo necessario alla restituzione rateale del denaro ricevuto, periodo tecnicamente chiamato “piano di ammortamento” grazie al quale è concesso al debitore il cosiddetto “beneficio del termine”.

Ogni forma di prestito ha un proprio contratto tipico che predispone le regole per la gestione, da parte del creditore, delle eventuali difficoltà che il debitore incontrerà nel restituire, entro il termine e nei termini stabiliti, il finanziamento ricevuto. Anche questi sono aspetti importanti da rilevare quando si firma il contratto di finanziamento. Essi riguardano principalmente: a) la possibilità o meno di saltare una o più rate durante il periodo di restituzione; b) il costo aggiuntivo applicato ad ogni eventuale rata che non si è riusciti a pagare; c) il numero massimo di rate impagate sopportabile; d) gli eventuali provvedimenti di segnalazione obbligata che il creditore deve inoltrare alle cosiddette Centrali Rischi; e) l’eventuale presenza nel contratto di altri soggetti, in che modo verranno chiamati in causa e per quali importi.

Inoltre, è necessario sapere che i finanziamenti ipotecari godono di una considerazione privilegiata rispetto a tutti gli altri crediti e sono immediatamente eseguibili, cioè il creditore non soddisfatto può agire direttamente giudizialmente per essere risarcito chiedendo al giudice la vendita forzata del bene posto a garanzia. Per tutti gli altri prestiti il percorso giudiziale è possibile ma ha modalità diverse e più graduali. Ricordiamoci comunque che è sempre e soltanto il nostro patrimonio a rispondere del debito contratto. Ma affinché il creditore possa poter “mettere mano” al nostro patrimonio, sia esso lo stipendio, il conto in banca, un bene immobiliare o di altro tipo occorre l’autorizzazione di un giudice e quindi il ricorso del creditore in Tribunale. Nessuno ha diritto di rivalersi direttamente sui beni del debitore senza un procedimento legale.

economia, credito, risparmio, debitoL’elemento comune a tutte queste forme è l’informazione tra creditore e debitore che il primo deve rispettare attenendosi a certi canoni e non deve mai essere trascurata. La banca, o più in generale il soggetto finanziatore, deve dare tempestiva comunicazione delle eventuali rate non pagate per dare possibilità di recuperare o di trovare altre modalità per ricomporre la parte insoluta; allo stesso modo, qualora il numero di rate non pagate lo giustifichi, il creditore deve dare comunicazione al debitore dell’avvenuta “decadenza dal beneficio del termine”.  Con tale modalità si esprime sempre l’interruzione del piano di ammortamento e la conseguente richiesta del creditore dell’intero capitale non ancora restituito – e di tutti i costi connessi – non più a rate ma in una unica soluzione. Per l’affidamento in conto corrente la banca invia una revoca dal beneficio dell’affidamento riconoscendo immediatamente all’intestatario del conto corrente l’eventuale saldo negativo come debito. In tutte queste comunicazioni vengono fissati dei termini temporali entro i quali corrispondere gli importi richiesti. Sono le comunicazioni che non si vorrebbe mai ricevere!

Inoltre, il combinato disposto della richiesta di una somma, spesso difficilmente reperibile, e di un termine molto perentorio, solitamente 15 giorni, nei quali disporne producono effetti emotivi di grave preoccupazione, se non di vera e propria agitazione e panico. La paura e la preoccupazione per le eventuali conseguenze, pur essendo legittima, è la “consigliera inopportuna” da tenere più lontana possibile dalle scelte che si possono prendere in conseguenza alla comunicazione ricevuta.

Per questo, come Fondazione, insistiamo da tempo sulla necessità di informare il debitore della presenza di agenzie che possono aiutarlo a decidere come trattare la difficoltà. Molto spesso invece la “consigliera inopportuna” porta a fare scelte rischiose e poco lungimiranti, totalmente dettate dalla pressante necessità di tamponare la situazione. Prima cosa, dunque: ricercare la calma necessaria a controllare ciò che può accadere, in che modo e con quali tempi, e chiedere a enti o agenzie non finanziarie di valutare quali siano i rischi e le opportunità ancora esperibili per non farsi sopraffare. C’è ancora molto da dire su questo aspetto, saremo più precisi nel prossimo appuntamento.

12 aprile 2023